Fare rete significa “unire le forze” per conseguire obiettivi che singolarmente non sarebbe possibile raggiungere. Secondo l’OMS la rete è l’insieme di individui, organizzazioni ed agenzie, organizzata su base non gerarchica attorno a questioni o interessi comuni, che sono perseguiti attivamente e in maniera sistematica e basata sull’impegno e la fiducia. L’azione della promozione della salute mira a rendere favorevoli le condizioni che mettano in grado l’individuo e la comunità di essere attori del proprio benessere. Occorre mettere a sistema azioni integrate e intersettoriali in grado di facilitare percorsi finalizzati a creare comunità resilienti. È riconosciuta l’importanza del coinvolgimento attivo delle persone, della partnership con vari segmenti ed attori della società e la centralità delle reti sociali e sanitarie per la salute. La Società Italiana della Promozione della Salute può rivestire un ruolo di fondamentale importanza cioè quello di essere una rete fra le reti che si occupano di promozione della salute, può assumere il ruolo di coordinamento di tutte le reti per la salute nazionali, affinché tutte le reti possano trovare una “casa” dove confrontarsi, integrarsi e rinforzare le proprie azioni. Nel meeting regionale 2017 della Delegazione SIPS Basilicata si è inteso ricercare un modello efficace per promuovere salute nella comunità, con approccio life-course, multi-componente, intersettoriale, facilitare la formazione delle reti per la salute ed ideare un programma di comunicazione per la salute.
Questo volume raccoglie gli atti del VI meeting nazionale della Società Italiana per la Promozione della Salute. La novità di questo anno è rappresentata in primo luogo dai capitoli dedicati ai gruppi di studio nazionale che spaziano su vari argomenti propri della promozione della salute (benessere soggettivo, ottimismo, resilienza, diseguaglianze e promozione della salute nei primi 1000 giorni di vita). I 20 capitoli che riportano esperienze di ricerca sono uno strumento importante per chi si avvicina allo studio della promozione della salute per professione o anche solo per realizzare una tesi di laurea. Altri 64 capitoli parlano di attività di promozione della salute e raccolgono esperienze realizzate su tutto il territorio nazionale. Si tratta di progetti o di programmi sviluppati in vari setting, da quelli più tradizionali, quali la scuola, a quelli più ampi mirati alla comunità, fino a quelli più specifici mirati a contesti a rischio di diseguaglianze, come per esempio il carcere. Molte di queste esperienze possono diventare per il lettore dei modelli o degli spunti su cui progettare le proprie azioni. Gli atti dei meeting della Società Italiana per la Promozione della Salute sono una lettura indispensabile per chiunque si occupa di promozione della salute per motivi di studio, di ricerca o perché lavora per la realizzazione di attività mirate ad aumentare il controllo dei singoli o delle comunità sulla propria salute.
La parola chiave di questo libro è rigenerazione. I contributi dei vari autori non hanno declinato con ostentazione questo concetto, ma esso è insito in ogni pagina. Quando si parla di costrutti quali la resilienza, il benessere soggettivo, l’ottimismo o la speranza nei capitoli dedicati alla ricerca, la rigenerazione è un concetto di fondo inteso come la capacità di elaborare risorse, gli asset che vengono proposti da Erio Ziglio in un nuovo modello di salute, ma anche da Martin Seligman quando scrive il manifesto di una nuova disciplina, la salute positiva. Nella parte dedicata alle attività, la rigenerazione è più evidente in quei capitoli che descrivono azioni rivolte a recuperare il preesistente per creare il nuovo. Grazie a questa nuova logica ciò che c’era prima non è più il vecchio, destinato all’oblio, ma la risorsa ideale per costruire il nuovo, connesso a ciò che lo ha preceduto e su di esso fondato. Rigenerare significa poter far nascere il nuovo partendo da risorse già esistenti che possono germogliare nuovamente e rinnovarsi adattandosi a nuove esigenze. Curare l’edizione degli atti è stato ogni anno un lavoro impegnativo e quest’anno la ricchezza di contributi lo ha reso ancora più sfidante. Poterlo fare ogni anno, sin dal primo meeting che si è tenuto Pisa nel 2013, mi ha permesso di poter vedere quanto è cambiato in questi sette anni di SIPS e di assistere alla crescita della promozione della salute. La prima novità di questo anno è rappresentata dai contributi dei gruppi di studio nazionali. Sono nati dopo il summit nazionale che si è tenuto a Fiesole in seguito all’elezione del nuovo direttivo in carica. I gruppi di studio per una società scientifica sono vitali e nel caso della SIPS hanno un obiettivo ambizioso: far nascere la prima rivista di salute positiva in Italia. I contributi presentati mostrano dei gruppi fecondi con un potenziale di studio elevato grazie soprattutto all’interdisciplinarietà che li caratterizza e differenzia e rende unica la nostra società scientifica rispetto alle altre presenti nello scenario nazionale. Alcuni dei gruppi di studio hanno iniziato a mettere a disposizione dei soci il loro lavoro producendo vari contributi apparsi già nel corso di questo anno sulla nostra newsletter. La lettura di capitoli di questo libro dedicati alla loro attività permette a tutti i soci di comprendere come lavorano e, magari, qualcuno può essere stimolato a partecipare ai lavori di un gruppo. In questi anni abbiamo assistito ad un progressivo aumento dei lavori di ricerca presentati ai meeting. In questo libro ben 20 capitoli sono dedicati ad essa. Far crescere la ricerca relativa alla promozione della salute è uno degli scopi statutari della nostra società. Non è un obiettivo facile da perseguire e non solo perché in Italia il contributo delle università alla promozione della salute è ancora minimale, ma soprattutto perché si tratta di una ricerca innovativa, che usa una nuova epistemologia. Abbiamo raccolto 53 capitoli che presentano attività che rientrano a pieno titolo nella definizione operativa di promozione della salute che la Carta di Ottawa ci offre. Questi, insieme agli 11 che uniscono azioni di promozione della salute e prevenzione delle malattie, forniscono un corpus di esperienze da considerare e con cui confrontarsi nella quotidianità del lavoro per molti operatori. Il libro contiene poi una serie di riflessioni e approfondimenti su alcuni argomenti di promozione della salute. Anche questi sono una lettura importante sia per chi si avvicina alla promozione della salute, sia per i soci più anziani. Quanto anticipato sul libro degli atti del VI meeting nazionale SIPS fa intuire la ragione per cui è stato deciso di dividere il libro in parti e capitoli: dietro l’apparente frammentarietà si nasconde una conoscenza organica che anno dopo anno prende corpo. La foto di copertina è un mio scatto alla Biennale dell’arte contemporanea di Venezia. Si tratta di un particolare dell’imponente scultura di Yeesookyung, la scultrice coreana che utilizza la tecnica del kintsugi per realizzare le sue opere. Il kintsugi è una forma di arte giapponese in cui l’azione rigenerante dell’artista trasforma l’oggetto inutile, il coccio di vaso, e lo riassembla valorizzando la frattura. È metafora della rigenerazione resiliente. Infine, quest’anno ho condiviso il lavoro per curare l’edizione con tre giovani, Giulia Guidi, Marcello Pacitti e Paola Scattola. Lavorare con loro non è stato per me solo un onore, ma un vero piacere. Grazie. Sergio Ardis Segretario Nazionale SIPS Dopo il primo volume riservato agli abstract, questo secondo volume porta i contributi dei relatori che hanno avuto il tempo di partecipare al meeting, ascoltare gli altri e produrre un lavoro più riflettuto. Alcuni hanno scelto di parlare della carta di Ottawa ripercorrendo il tempo trascorso, mentre altri hanno proiettato i concetti della Carta verso il futuro.
Il volume inizia con un esteso articolo sull’entomia che è stata l’argomento di lavoro del workshop pre-meeting tenuto da Mario Betti e dalla sua “compagnia”. È un lavoro unico, assolutamente originale, perché possiamo affermare con orgoglio che di entomia in ambito scientifico si è iniziato a parlare nella SIPS. I contributi relativi ai vari interventi del meeting vero e proprio ci permettono di fare il punto della situazione su come è stata sino ad oggi vista la Carta e come ha generato risultati ma ci proiettano anche verso il futuro. Per esempio iniziare a parlare di salute sessuale non solo in termini tradizionalmente relativi alle malattie e sofferenze legate a questa determinante funzione umana, sia come diagnosi cura e terapia di disfunzioni e malattie che come prevenzione di malattie sessualmente trasmesse, ma in termini di salute positiva è stata una novità. Ciro Basile Fasolo con il suo contributo ci introduce alla promozione del benessere sessuale e affettivo e ci stimola a cercare strade che portino i promotori della salute ad investire sempre più sia in attività che in ricerca. Il meeting nazionale SIPS ha preceduto di pochi giorni la “IX Conferenza globale per la promozione della salute” che si è tenuta a Shanghai (21-24 ottobre 2016) che ha affrontato come argomento i “Sustainable Development Goals” dell’ONU. Lo stesso argomento è stato affrontato anche a Genova da Flavio Lirussi che ha fatto un’analisi degli obiettivi in termini di promozione della salute evidenziando i punti di qualità di questi nuovi obiettivi, senza omettere tuttavia le voci critiche nei confronti delle scelte dell’ONU. Il volume contiene anche le relazioni della tavola rotonda delle reti di promozione della salute che ha visto la partecipazione di esponenti di rilievo nazionale dell’Health Promoting Hospital, della Work Health Promotion, delle Rete delle Scuole che Promuovono Salute e della Rete Città Sane. 10. Strategie e modelli educativi per la promozione del benessere, a cura di Ardis, Bicchi1/12/2017
La promozione della salute spesso usa l’educazione (alla salute) come strumento per il raggiungimento dei suoi obiettivi. Per questo la Società Italiana per la Promozione della Salute ha organizzato la prima giornata di studio “Strategie e modelli educativi per la promozione del benessere” in collaborazione con Università di Salerno. Gli atti di questo meeting sono una risorsa importare per chi si occupa di promozione della salute. Le relazioni del meeting affrontano varie sfide che la promozione della salute oggi trova nei vari ambiti della società. La scuola, intesa come setting e come comunità, è il territorio privilegiato per promuovere salute nelle generazioni future, ma anche un luogo di lavoro che genera stress. Si è parlato di modelli educativi mirati all’empowerment for health per i giovani, ma anche di stress lavoro correlato, di benessere soggettivo e della sua valutazione. Questi atti contengono anche gli abstract presentati nelle due sessioni parallele di comunicazioni orali. Sono uno spaccato della promozione della salute in Italia utile sia a chi vuole studiare, sia a chi vuole confrontare il proprio operato con altri e sia a chi cerca buone pratiche da sviluppare. Premessa
Sergio Ardis Promozione della salute centrata sulle life skills Cristina Faliva Una didattica per competenze: strategia per promuovere il benessere Tiziana Faiella Nuovi media e benessere: guida ad un uso consapevole Giuseppe De Simone Universo digitale e condotte tecno-additive: note di prevenzione Lorenzo Savignano Cyberbullismo e solidarietà: le parole sono pietre Liliana Romano Paesaggi futuri gruppo dei pari, ambiente e scuola Lucio Maciocia Progetto E.S.C. (Eventi Scuola Comunità) Maria Felicia D’Aniello, Fortunata Salerno I presupposti per la promozione del benessere Sergio Ardis Prevenzione dello stress lavoro correlato e promozione del benessere organizzativo a scuola Pasquale Costante Life skills e Peer Education in strada: l’esperienza dell’Unità Mobile Pegaso David Donfrancesco, Marina Zainni Comunicazioni orali Ancora oggi purtroppo molti in Italia non conoscono la differenza tra la promozione della salute e la prevenzione e ciò si ripercuote perfino sugli atti normativi prodotti ai vari livelli. Spesso si parla di promozione della salute per definire un ambito proprio della prevenzione: i cosiddetti stili di vita. Sono questi un ambito della prevenzione importantissimo per la sua efficacia, ma non sono promozione della salute.
La promozione della salute è ciò che è definito nella Carta di Ottawa. Essa coincide con la promozione del benessere. Negli ultimi anni gli studi sul benessere soggettivo si stanno moltiplicando e vengono elaborati importanti modelli teorici da parte dei ricercatori sulla salute positiva ed in particolare sulla psicologia positiva. In Italia ancora poco si parla di questo. Si continua a parlare di promozione della salute in uno stretto legame con l’educazione sanitaria che in alcuni luoghi poco si è evoluto. Il numero di abstract ricevuti ci ha obbligato a pubblicare gli atti in due volumi. Questo volume, il primo, contiene gli abstract; nel secondo pubblicheremo le relazioni del meeting. La lettura degli abstract pervenuti e il confronto con quelli prodotti negli anni precedenti ci mostra alcuni aspetti positivi. In primo luogo dobbiamo rilevare che sono cresciute le ricerche sulla promozione della salute. Il benessere inizia ad essere oggetto di studio ed i progetti di promozione della salute iniziano ad essere valutati in termini di efficacia nella produzione di empowerment e benessere. Anche negli abstract relativi ai progetti di attività abbiamo un deciso aumento delle azioni volte ad aumentare il benessere che rientrano a pieno titolo nella definizione di promozione della salute. Per questo meeting abbiamo chiesto ai Presidenti delle delegazioni regionali SIPS di fare un punto sulla promozione della salute e sulla SIPS nella propria regione. È questo il primo passo verso un report annuale sulla promozione della salute. Una parte degli abstract ricevuti non rientra nelle precedenti sezioni e li abbiamo raccolti in una sezione chiamata “altro”. Da questa ci giungono stimoli innovativi. Gli 81 abstract ricevuti sono un record positivo per la SIPS. Ancora una volta la dimostrazione che il nostro paese aveva bisogno di una nuova società scientifica. Lo smarrimento è lo stato d’animo che gli autori hanno osservato tante volte nelle persone che vivono un lutto.
Un’esperienza di aiuto di una classe scolastica in lutto è stata lo spunto per questo libro, che non è un semplice manuale e neppure un semplice racconto. È qualcosa di nuovo in cui gli autori hanno voluto sperimentare l’accostamento di una storia, inventata prendendo spunto da un’esperienza reale, seguita da una trattazione tecnica sul lutto e completata da un’analisi tecnica della storia narrata. Il libro è dedicato agli insegnanti che potranno entrare emotivamente nell’argomento leggendo la storia raccontata da Claudia, una ragazza “a cento passi dalla morte”. Poi potranno con la ragione comprendere il lutto e la sua importanza e infine, guidati dagli autori potranno riflettere e analizzare la storia. Nel libro si trovano anche riflessioni poco o per nulla presenti in letteratura. Si analizza il ruolo del pensiero magico nel lutto e della sua forza nell’attenuare il dolore. Un breve capitolo è dedicato a riflessioni sul significato evolutivo del dolore causato dalla morte di una persona cara. In appendice gli autori hanno stilato un decalogo che potrà essere un valido riepilogo per chi ha letto il libro, ma anche dieci semplici regole per chi si trova a doversi avvicinare ad una persona in lutto e vuole essere di aiuto. 7. Promuovere la salute nella realtà virtuale e territoriale, a cura di Faliva, Pierlorenzi4/4/2016
Il volume raccoglie il contributo di esperti, per approfondire la dimensione epidemiologica, sociale e psicopatologica del fenomeno delle dipendenze comportamentali e da sostanze e confrontare alcuni strumenti d’intervento ritenuti attualmente più efficaci per la promozione della salute in ambito scolastico. La prima parte “I comportamenti a rischio negli adolescenti – realtà e bisogni” affronta il processo evolutivo dell’adolescente, con particolare riguardo a quegli atteggiamenti e condotte che più frequentemente portano alla sperimentazione delle sostanze, nonché allo sviluppo di comportamenti antisociali. Altro tema toccato è quello relativo alla psicopatologia dello sviluppo, sono stati descritti i segni e i sintomi che, nel corso della crescita possono far sospettare l'insorgenza di una problematica psichiatrica o, altrimenti, indicare delle situazioni di sofferenza ambientale. L’attenzione agli aspetti neurobiologici dell’uso di sostanze ed alla dimensione sociologica dei social network e del web addiction ha esplorato il fenomeno delle nuove dipendenze attualmente così rilevanti nell’età evolutiva. Nella seconda parte “Promuovere la salute nelle comunità di pratica: le esperienze”, sono descritti alcuni modelli di promozione della salute attraverso esperienze effettuate sul campo, anche in altre regioni, che hanno visto il coinvolgimento attivo di insegnanti ed operatori sanitari e dei giovani come portatori di un messaggio sul tema della salute. La lettura del libro si presta a più livelli professionali sia in ambito sociale e dei servizi socio sanitari sia come approfondimento nel mondo didattico e della scuola. L’evento “#rischioErealtà: promuovere la salute nella comunità virtuale e quella territoriale” rappresenta il lavoro e la fattiva collaborazione, attiva da tempo, tra i professionisti del dipartimento di prevenzione, dei servizi per le dipendenze, la medicina preventiva e le realtà territoriali e scolastiche presenti nel territorio dell’ASL RM C al fine della promozione della salute dell’età evolutiva.
L’iniziativa ha sancito l’impegno comune della rete territoriale dei servizi nell’operare su temi quali la prevenzione e l’intercettazione dei rischi comportamentali negli adolescenti. La Regione Lazio aderendo al progetto del Centro nazionale per la prevenzione e controllo delle malattie (CCM) del 2011 “Social Net Skills - Promozione del benessere nei contesti scolastici, del divertimento notturno e sui social network, tramite percorsi di intervento sul web e sul territorio”, ha coinvolto le ASL che hanno contribuito alla realizzazione dei diversi obiettivi. Il coordinamento del progetto è stato attribuito, a livello regionale, alla ASL Roma C, e la realizzazione di questo evento ha avuto la finalità di soddisfare il raggiungimento di una delle azioni progettuali previste. Grazie all’intervento di esperti, si è cercato di comprendere la dimensione epidemiologica, sociale e psicopatologica del fenomeno delle dipendenze comportamentali e da sostanze e sono stati presentati gli strumenti d’intervento ritenuti attualmente più efficaci per la prevenzione. L’intento è stato quello di dare indicazioni sullo “stato dell’arte” in Italia, per favorire il confronto, la discussione e lo sviluppo di conoscenze che possano potenziare il lavoro di interfaccia e di rete tra servizi sanitari sui vari modelli operativi di prevenzione e promozione della salute effettuati nella scuola e sul territorio al fine di migliorare gli stili di vita degli adolescenti. L’evento è stato articolato in due parti. Nella prima parte “I comportamenti a rischio negli adolescenti – realtà e bisogni” si è considerato il processo evolutivo dell’adolescente, con particolare riguardo a quegli atteggiamenti e condotte che più frequentemente portano alla sperimentazione delle sostanze, nonché allo sviluppo di comportamenti antisociali. Attraverso alcuni accenni al frame concettuale attuale della neuropsichiatria infantile, ovvero la psicopatologia dello sviluppo, sono stati descritti i segni e i sintomi che, nel corso della crescita possono far sospettare l’insorgenza di una problematica psichiatrica o, altrimenti, indicare delle situazioni di sofferenza ambientale o un drammatico impasto delle due possibilità. Il problema della marginalità giovanile si va profilando come una delle grandi questioni sociali da affrontare: comportamenti devianti sono l’esito di questi processi. In questo contesto può succedere che il ruolo educativo dell’adulto si sviluppi tra regole verbali e comportamenti scollegati proprio da quelle stesse regole che si pretende di trasferire nel percorso educativo. Dal panorama emerge sempre più quanto sia oneroso il compito di un genitore che voglia affrontare adeguatamente le nuove sfide per fronteggiare le problematiche derivanti dalle dipendenze. Per questo è auspicabile che il ruolo delle famiglie e quello delle istituzioni sia improntato ad un nuovo modello di rapporto e confronto; occorre costruire una rete territoriale di servizi, investendo realtà istituzionali, territoriali e gli stessi genitori, per proporre ed attivare nelle scuole e sul territorio progetti non solo rivolti ai soggetti ritenuti a rischio ma indirizzati a tutti i ragazzi per contribuire alla costruzione di una propria identità sociale anche in termini di maggiore benessere nelle relazioni con i coetanei e con gli adulti più significativi. L’attenzione agli aspetti neurobiologici dell’uso di sostanze ed alla dimensione sociologica dei social network e del web addiction ha esplorato il fenomeno delle nuove dipendenze attualmente così rilevanti nell’età evolutiva. Nella seconda “Promuovere la salute nelle comunità di pratica: le esperienze”, si sono confrontati i modelli di prevenzione e promozione della salute attraverso esperienze effettuate sul campo, anche in altre regioni, che hanno visto il coinvolgimento attivo di insegnanti ed operatori sanitari e dei giovani come portatori di un messaggio sul tema della salute. Nelle società complesse e “liquide” nessuna agenzia educativa (famiglia, scuola), da sola, è in grado di incidere in modo determinante sul processo di formazione delle nuove generazioni. Appare sempre più necessaria la creazione di un “sottosistema sociale” che deve promuovere collaborazione tra le differenti agenzie educative per una azione di sinergia e di rete centrata sull’educazione e sulla trasformazione della cultura sociale dominante, con la consapevolezza che: «i programmi di promozione della salute infatti hanno un maggiore successo se sono integrati nella vita quotidiana delle comunità, basati sulle tradizioni locali e condotti da membri della comunità stessa» (IUHPE Vancouver 2007). La scuola è il contesto privilegiato per realizzare interventi efficaci di promozione di stili di vita sani e di prevenzione delle tossicodipendenze favorendo lo sviluppo della personalità del giovane, aiutando quelli che presentano comportamenti o atteggiamenti riferibili all’insicurezza, alla sfiducia e alla disistima, rendendoli autonomi e responsabili nelle scelte al fine di favorire comportamenti salutari e senso sociale. In una fase di trasformazione dei contesti giovanili, dominata dal dilagare di quelle che Spinoza chiamava le “passioni tristi”, epoca in cui i mass media e il virtuale, hanno un ruolo sempre più invasivo nel determinare le modificazioni culturali che vedono il valore dell’uomo sempre più legato alla sua capacità di consumare; la prevenzione sul territorio rimane un’importante occasione di riflessione per giovani, operatori e non solo. Occorre prestare maggiore attenzione ai disagi e alle fragilità che rendono spesso vittime le nuove generazioni: i giovani chiedono di essere ascoltati e l’impegno deve essere di tutti. La salute è ritenuta da tutti indispensabile per la crescita e lo sviluppo globale della società, ma la politica sanitaria non basta da sola ad agire sui determinanti di salute. Infatti, per garantire un’adeguata gestione delle problematiche del settore sanitario, occorrono strategie ed iniziative congiunte ed integrate con altre politiche. Le strategie che coinvolgono altri settori nel raggiungimento degli obiettivi di salute pubblica sono riconosciute come elemento fondamentale della salute pubblica contemporanea. È necessario un nuovo approccio nella presa di decisioni e nella governance e nuove modalità di sviluppo e di governo della politica pubblica, che vadano oltre gli interessi ed i mandati settoriali. I crescenti rischi di malattie sono determinati soprattutto da cause esterne all’ambito sanitario: uso dei trasporti, edilizia, rischi ambientali, cambiamento degli stili di vita, dei consumi e dell’alimentazione, quale risultato dell’economia globalizzata. I comportamenti delle persone in termini di nutrizione ed attività fisica, cessazione del fumo di tabacco, consumo di alcol e sostanze psicotrope, corretti comportamenti alla guida, possono essere influenzati efficacemente attraverso la realizzazione di partnership con politiche ed interventi compiuti anche al di fuori dell’ambito sanitario, che comprendono gli ambienti e le comunità in cui la gente vive e lavora. Il Trattato “Salute in tutte le politiche UE-HIAP”, all’art. 152 prescrive che la Comunità Europea assicuri un elevato livello di protezione della salute nell’elaborazione ed attuazione di tutte le politiche. Uno degli scopi fondamentali dell’azione intersettoriale è quello di raggiungere una maggiore consapevolezza delle conseguenze che le decisioni politiche e le prassi organizzative adottate in diversi settori possono avere sulla salute. Vanno rafforzati e resi più efficaci, a tutti i livelli di governo, i sistemi per integrare gli aspetti di sanità pubblica nei settori di politiche non sanitarie, al fine di sviluppare politiche favorevoli alla salute e al benessere della popolazione. Un difetto di protezione e di promozione della salute dei cittadini produrrebbe gravi conseguenze economiche, in considerazione del fatto che il capitale umano, inteso come popolazione in buona salute, rappresenta un prerequisito essenziale per raggiungere gli obiettivi di crescita economica e sociale. Il documento Health 2020 e il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 disegnano una cornice innovativa per promuovere la salute ed il benessere della popolazione. È importante che gli individui e le comunità sviluppino competenze specifiche ed abbiano accesso a informazioni e risorse ed abbiano opportunità per influenzare i fattori che condizionano la salute e il benessere. Gli interventi di promozione della salute devono mirare ad accrescere la partecipazione dei soggetti e delle organizzazioni. Si sottolinea la necessità di coinvolgere organizzazioni che possono influenzare direttamente o indirettamente la salute: la scuola, l’agricoltura, lo sport, l’ambiente, il terzo settore, il turismo, l’urbanistica ed i trasporti. Questo approccio richiama la proposta già tracciata dal documento europeo “Salute in tutte le politiche”, nel quale si auspica l’adozione di strategie che mirino ad abbracciare settori tradizionalmente lontani dall’ambito strettamente sanitario. Seguendo anche i principi della Carta di Tallin, il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 propone l’inclusione delle scelte sanitarie in tutte le politiche nazionali ed assegna al sistema sanitario una funzione di stewardship nella governance delle azioni orientate al miglioramento della salute della popolazione, attraverso la promozione di un confronto diretto con i possibili interlocutori (organizzazioni e stakeholder), al fin di promuovere collaborazioni intersettoriali.
Il Piano consiglia di adottare, tra le strategie di comunità per prevenire le malattie croniche non trasmissibili, il coinvolgimento di tutti i soggetti e le organizzazioni che possono contribuire a prevenirle e ad affrontarle, dai responsabili politici, alle associazioni locali (empowerment di comunità). Propone inoltre di realizzare interventi orientati a potenziare le risorse personali (empowerment individuale) per l’adozione consapevole di stili di vita corretti ed indica di adottare questo modello in tutto il ciclo di vita, a partire dall’infanzia e dall’adolescenza, quando si consolidano i comportamenti. Gli interventi in ambito scolastico devono essere orientati a coinvolgere in modo attivo gli studenti. Gli interventi rivolti all’età adulta devono promuovere un invecchiamento attivo ed in buona salute, favorendo la partecipazione sociale e la solidarietà tra le generazioni per sostenere l’anziano fragile nel contesto in cui vive, per mantenere l’autonomia ed evitare l’isolamento sociale. È importante investire nello sviluppo sociale sostenibile, riservando un’attenzione particolare all’equità, all’istruzione e al benessere ed attuare un approccio globale alla società, creando ambienti favorevoli ed opportunità per facilitare scelte salutari. La promozione della salute assume un ruolo importante per generare benessere e gli operatori sanitari assumono il ruolo di “catalizzatori” degli interventi di prevenzione e promozione della salute, intercettando le attività di settori differenti da quello sanitario e costruendo una coesione sociale sostenuta da una rete di azioni sinergiche ed integrate. La promozione della salute coinvolge tutte le politiche e tutte le professioni e può essere attuata in tutti gli ambiti di vita. Ogni professionalità con le proprie competenze e con la propria specificità può contribuire a creare salute e benessere. Per fare questo occorre che tutti i professionisti impegnati nella promozione della salute, appartenenti al settore sanitario e non, maturino competenze multiple orientate a sviluppare programmi di promozione della salute basati sui principi del coinvolgimento e dell’empowerment, programmi che mirino a migliorare le condizioni di salute, aumentare la health litercy, sostenere una vita autonoma e facilitare la scelta di stili di vita salutari. Il meeting “La promozione della salute in tutte le politiche e professioni” ha raccolto molteplici esperienze realizzate nei diversi ambiti lavorativi, nella scuola, nella comunità, negli ambienti di vita. Tutte le professioni sanitarie e non sanitarie hanno indicato i possibili settori nei quali poter intervenire per promuovere salute e benessere. La sfida per il futuro è di attuare modalità concrete affinché il settore sanitario possa costantemente interagire con altri settori, al fine di costruire una rete di azioni sinergiche ed integrate per creare salute e benessere. 5. La promozione della salute e le disuguaglianze, a cura di Filomena Lo Sasso e Sergio Ardis3/26/2015
L’Health 2020, nuovo quadro di riferimento per la politica per la salute nella Regione Europea dell’OMS, evidenzia la necessità di avere la promozione della salute e la riduzione delle iniquità al centro dell’azione politica. La Dichiarazione Politica di Rio sui Determinanti Sociali della Salute del 2011 sottolinea l’urgente necessità di agire sui determinanti sociali per ridurre le iniquità di salute. Le attuali emergenze sociali e di salute pongono nuove sfide per chi opera nella sanità, nell’istruzione e nel sociale. In Basilicata lo spopolamento, l’invecchiamento della popolazione, la povertà, i nuovi assetti sociali, l’immigrazione, impongono un nuovo approccio dei servizi socio-sanitari al fine di far fronte alle nuove e vecchie emergenze. Le disuguaglianze hanno influenza sulla scelta degli stili di vita, sull’accesso alle cure, ma giocano un ruolo molto importante anche sull’istruzione: apprendimento, integrazione scolastica, scelta del tipo di studi, frequentazione dei corsi di studi, abbandono scolastico. Anche gli interventi di promozione della salute nel setting scolastico necessariamente devono tener conto delle differenze nei bisogni educativi ed orientare i programmi verso le tematiche e metodologie d’approccio più adeguate. I giovani rappresentano una risorsa e possono essere motore di cambiamento importante per promuovere l’equità, diventando essi stessi promotori di salute privilegiati per veicolare messaggi positivi nelle nuove generazioni, utilizzando linguaggi e strumenti innovativi. Il meeting della SIPS Basilicata ha inteso affrontare il tema della promozione della salute e delle disuguaglianze al fine di disegnare un quadro della situazione internazionale, nazionale e regionale per ricercare approcci nuovi, credibili e robusti di promozione della salute. Il tema scelto dalla Società Italiana per la Promozione della Salute nel suo Convegno di Matera è di importanza enorme sia per l’Italia che per l’Europa. Promuovere la salute della popolazione, ed al tempo stesso ridurre le iniquità di stato di salute, è al centro della strategia per la salute (Salute 2020) dell’OMS. Questa strategia è stata doverosamente ed ampiamente citata nelle relazioni di molti relatori di questo importante Convegno SIPS. L’Europa sta cambiando velocemente. La riduzione della natalità, l’invecchiamento della popolazione, il fenomeno della globalizzazione e delle migrazioni, le nuove tecnologie a disposizione (inclusa l’ingegneria genetica) e le nuove vulnerabilità per la salute riportate in questi Atti, necessitano di un concetto di promozione della salute come chiave per lo sviluppo umano, sociale ed economico di un paese. In questi grandi processi di cambiamento di natura politica, sociale, economica e culturale, la promozione della salute deve trovare il modo di posizionarsi al centro delle politiche di sviluppo umano, sociale ed economico a livello locale, nazionale ed internazionale. Specifici gruppi vulnerabili, i più poveri, quelli marginalizzati, quelli che stanno più in basso nella scala sociale, spesso pagano un prezzo assai alto in termini di iniquità, non solo di aspettativa di vita ma di salute-malattia. Vi è ormai una chiara evidenza scientifica che queste iniquità di salute non solo sono moralmente ingiuste ed inaccettabili, ma sono evitabili. Affrontare e ridurre queste iniquità con strategie e programmi che promuovono la salute è, oltre che una questione di diritti umani, anche economicamente vantaggioso. Promuovere salute e ridurre le iniquità di stato di salute fa bene ai cittadini e fa bene all’economia! La domanda chiave è: quali azioni ed investimenti, oltre a produrre salute e ridurre le disuguaglianze, contribuiscono allo sviluppo umano, sociale ed economico nei paesi, regioni ed aree locali del nostro continente europeo? Queste sono tematiche che sempre più risulteranno nell’agenda di politici, scienziati, operatori socio-sanitari, economisti della salute, e società civile nel suo complesso. Sono tematiche pertinenti anche ai ruoli dei governi locali e allo sviluppo delle nostre comunità. Non c’è da stupirsi quindi che l’OMS abbia posto al centro della politica di Salute 2020 il tema dell’equità in salute e che vede la promozione della salute come parte integrante delle politiche di sviluppo e dei piani di contrasto alla presente crisi economica. La SIPS ha fatto bene a porre chiaramente il focus che promuovere la salute debba essere concepito in modo integrato con azioni che mirino a ridurre le iniquità. I contenuti degli Atti del Convegno di Matera hanno il pregio di collegare la letteratura scientifica inerente le iniquità di salute a situazioni specifiche del contesto italiano. Ne risulta una preziosa raccolta di esperienze di territorio. Questa pubblicazione offre know-how che ci aiuta a capire quanto la salute della nostra popolazione sia il risultato di scelte individuali e condizioni strutturali che influiscono enormemente sia sulle opzioni che sulla sostenibilità di tali scelte. Entrambe, scelte individuali e condizioni strutturali, sono modificabili al fine di proteggere e promuovere la salute individuale e collettiva. Il lettore troverà molti spunti di riflessioni nelle esperienze e studi presentati in questa pubblicazione. Indice
Prefazione Erio Ziglio Presentazione Riccardo Senatore Dalla promozione della salute all’etica della responsabilità Riccardo Senatore Le nuove sfide della promozione della salute: le disuguaglianze nella sanità e nell’istruzione Filomena Lo Sasso Health 2020: le politiche europee per la salute e il benessere Sergio Ardis, Moreno Marcucci La discriminazione in sanità: un fattore determinante disuguaglianza Sergio Ardis, Moreno Marcucci Un decennio di attività per la prevenzione della discriminazione in ambito sanitario: l’esperienza di Lucca Sergio Ardis, Moreno Marcucci Basilicata - Note demografiche Rosaria Tozzi, Carmela Saponara, Filomena Lo Sasso 59 La promozione degli stili di vita e le disuguaglianze sociali Carmine Sinno Questioni di cuore: promozione della salute cardiologica nell’arco di vita Pasquale Lisanti Scuola e consultorio adolescenti: corsia preferenziale per la promozione di un corretto stile alimentare Gloria Turi I teen e l’alcol: il diritto a non diventare dipendenti Antonella Cernuzio, Giuseppe Palucci Le disuguaglianze nella prevenzione secondaria dell’alcoldipendenza Giuseppe Palucci, Antonella Cernuzio Ritorno alla natura per recuperare il benessere Marilina Benedetto Nuovi ambienti di apprendimento: i laboratori cognitivi Margherita Fasano La sfida dell’istruzione di fronte alla diversità Antonietta Moscato Docere salutem Angela Smaldone Obesità e diabete. Riflessioni di un nutrizionista clinico impegnato in prevenzione Carmela Bagnato Una buona organizzazione come prerequisito per una buona promozione della salute Rossella Coniglio Una rete di scuole che promuove salute Linda Cafasso La promozione della salute e le disuguaglianze nell’approccio all’istruzione Rachele Calandriello Gli alunni con bisogni educativi speciali: una risorsa per tutti Mariarosaria Carapelle Educazione interculturale Antonio Tundo Disagi familiari nel contesto scuola Battistina Sinisi Abbandono scolastico: disuguaglianze sociali o disinteresse culturale? Angela Rosa Martino Verso la costituzione del gruppo di peer education nelle scuole di Matera Luana Gilio Il nursing interculturale Irene del Carlo L’essere umano è fatto di carne. Il corpo umano, da un punto di vista culturale è un insieme di simboli che sono tenuti legati dalla carne che lo compone. Ogni pezzo della nostra carne è carico di significato simbolico. La malattia non è solo un evento fisico, psichico e sociale ma coinvolge la globalità dell'esistenza umana. Ogni malattia è stata interpretata in termini morali e politici e oltre al corteo sintomatologico che la caratterizza, è accompagnata da un corteo di simboli che nel corso di secoli o di decenni tende ad essere rimaneggiato e rivisto stratificando nuovi ulteriori significati. Il corpo deve essere nutrito, ma mangiare non è solo l'introduzione fisica di alimenti. Ogni alimento, il modo in cui viene preparato e assunto sono da sempre e in ogni civiltà carichi di simbolismi. Ciò che entra nel nostro corpo diventa parte della nostra carne e la trasforma non solo per l'apporto di nutrienti, ma per l'apporto di significati simbolici. Infine il corpo umano è affidato ai medici che non hanno solo il “potere” di curarlo, ma anche il sapere necessario per farlo rimanere sano. Oggi non solo il corpo è diventato competenza del medico, ma ogni aspetto della società tende ad essere analizzato con le conoscenze, il linguaggio e gli strumenti propri della medicina. La società è stata irrimediabilmente medicalizzata e nuove forme di medicalizzazione nascono per porre rimedio a nuovi problemi fra i quali anche quelli generati dalla medicalizzazione della società. La carne umana e il modo in cui deve essere trattata per guarire e rimanere sana diventano un paradigma normativo della società. Questo libro non nasce da un progetto, ma è la raccolta di quattro conferenze tenute negli ultimi anni, che affrontano temi oggi più che mai attuali. Abbiamo deciso di pubblicare questo materiale insieme, perché negli anni abbiamo molto discusso insieme di questi argomenti, scambiato conoscenze e opinioni e condiviso un percorso che ha portato a questo scritto. Il trait d’union è nel titolo che abbiamo scelto. L’essere umano è fatto di carne.
Il corpo umano, da un punto di vista culturale è un insieme di simboli che sono legati dalla carne che lo compone. Ogni pezzo della nostra carne è carico di significato simbolico. La malattia non è solo un evento fisico, psichico e sociale ma coinvolge la globalità dell’esistenza umana. Ogni malattia è stata interpretata in termini morali e politici e oltre al corteo sintomatologico che la caratterizza, è accompagnata da un corteo di simboli che nel corso di secoli o di decenni tende ad essere rimaneggiato e rivisto stratificando nuovi ulteriori significati. Il corpo deve essere nutrito, ma mangiare non è solo l’introduzione fisica di alimenti. Ogni alimento, il modo in cui viene preparato e assunto sono da sempre e in ogni civiltà carichi di simbolismi. Ciò che entra nel nostro corpo diventa parte della nostra carne e la trasforma non solo per l’apporto di nutrienti, ma per l’apporto di significati simbolici. Infine il corpo umano è affidato ai medici che non hanno solo il “potere” di curarlo, ma anche il sapere necessario per farlo rimanere sano. Oggi non solo il corpo è diventato competenza del medico, ma ogni aspetto della società tende ad essere analizzato con le conoscenze, il linguaggio e gli strumenti propri della medicina. La società è stata irrimediabilmente medicalizzata e nuove forme di medicalizzazione nascono per porre rimedio a nuovi problemi fra i quali anche quelli generati dalla medicalizzazione della società. La carne umana e il modo in cui deve essere trattata per guarire e rimanere sana diventano un paradigma normativo della società. Le conferenze erano prevalentemente rivolte a sanitari, quindi i primi destinatari di questo scritto sono i sanitari, ma certamente possono essere interessanti per coloro che non sono sanitari e vogliono riflettere su questi temi. In questo caso il lettore tenga però sempre in mente che lo scritto è rivolto a sanitari e in alcuni casi presuppone che chi legge abbia minime conoscenze di tipo sanitario e conosca il mondo della sanità. La bibliografia riportata in chiusura oltre ad una doverosa citazione per quanto contenuto nei quattro capitoli, è una selezione degli scritti che abbiamo trovato migliori durante gli studi preliminari e vuole essere uno spunto per chi intenda studiare o approfondire uno o più di questi argomenti. Gli autori |
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