Il volume raccoglie il contributo di esperti, per approfondire la dimensione epidemiologica, sociale e psicopatologica del fenomeno delle dipendenze comportamentali e da sostanze e confrontare alcuni strumenti d’intervento ritenuti attualmente più efficaci per la promozione della salute in ambito scolastico.
La prima parte “I comportamenti a rischio negli adolescenti – realtà e bisogni” affronta il processo evolutivo dell’adolescente, con particolare riguardo a quegli atteggiamenti e condotte che più frequentemente portano alla sperimentazione delle sostanze, nonché allo sviluppo di comportamenti antisociali. Altro tema toccato è quello relativo alla psicopatologia dello sviluppo, sono stati descritti i segni e i sintomi che, nel corso della crescita possono far sospettare l'insorgenza di una problematica psichiatrica o, altrimenti, indicare delle situazioni di sofferenza ambientale. L’attenzione agli aspetti neurobiologici dell’uso di sostanze ed alla dimensione sociologica dei social network e del web addiction ha esplorato il fenomeno delle nuove dipendenze attualmente così rilevanti nell’età evolutiva.
Nella seconda parte “Promuovere la salute nelle comunità di pratica: le esperienze”, sono descritti alcuni modelli di promozione della salute attraverso esperienze effettuate sul campo, anche in altre regioni, che hanno visto il coinvolgimento attivo di insegnanti ed operatori sanitari e dei giovani come portatori di un messaggio sul tema della salute.
La lettura del libro si presta a più livelli professionali sia in ambito sociale e dei servizi socio sanitari sia come approfondimento nel mondo didattico e della scuola.
La prima parte “I comportamenti a rischio negli adolescenti – realtà e bisogni” affronta il processo evolutivo dell’adolescente, con particolare riguardo a quegli atteggiamenti e condotte che più frequentemente portano alla sperimentazione delle sostanze, nonché allo sviluppo di comportamenti antisociali. Altro tema toccato è quello relativo alla psicopatologia dello sviluppo, sono stati descritti i segni e i sintomi che, nel corso della crescita possono far sospettare l'insorgenza di una problematica psichiatrica o, altrimenti, indicare delle situazioni di sofferenza ambientale. L’attenzione agli aspetti neurobiologici dell’uso di sostanze ed alla dimensione sociologica dei social network e del web addiction ha esplorato il fenomeno delle nuove dipendenze attualmente così rilevanti nell’età evolutiva.
Nella seconda parte “Promuovere la salute nelle comunità di pratica: le esperienze”, sono descritti alcuni modelli di promozione della salute attraverso esperienze effettuate sul campo, anche in altre regioni, che hanno visto il coinvolgimento attivo di insegnanti ed operatori sanitari e dei giovani come portatori di un messaggio sul tema della salute.
La lettura del libro si presta a più livelli professionali sia in ambito sociale e dei servizi socio sanitari sia come approfondimento nel mondo didattico e della scuola.
L’evento “#rischioErealtà: promuovere la salute nella comunità virtuale e quella territoriale” rappresenta il lavoro e la fattiva collaborazione, attiva da tempo, tra i professionisti del dipartimento di prevenzione, dei servizi per le dipendenze, la medicina preventiva e le realtà territoriali e scolastiche presenti nel territorio dell’ASL RM C al fine della promozione della salute dell’età evolutiva.
L’iniziativa ha sancito l’impegno comune della rete territoriale dei servizi nell’operare su temi quali la prevenzione e l’intercettazione dei rischi comportamentali negli adolescenti.
La Regione Lazio aderendo al progetto del Centro nazionale per la prevenzione e controllo delle malattie (CCM) del 2011 “Social Net Skills - Promozione del benessere nei contesti scolastici, del divertimento notturno e sui social network, tramite percorsi di intervento sul web e sul territorio”, ha coinvolto le ASL che hanno contribuito alla realizzazione dei diversi obiettivi. Il coordinamento del progetto è stato attribuito, a livello regionale, alla ASL Roma C, e la realizzazione di questo evento ha avuto la finalità di soddisfare il raggiungimento di una delle azioni progettuali previste.
Grazie all’intervento di esperti, si è cercato di comprendere la dimensione epidemiologica, sociale e psicopatologica del fenomeno delle dipendenze comportamentali e da sostanze e sono stati presentati gli strumenti d’intervento ritenuti attualmente più efficaci per la prevenzione. L’intento è stato quello di dare indicazioni sullo “stato dell’arte” in Italia, per favorire il confronto, la discussione e lo sviluppo di conoscenze che possano potenziare il lavoro di interfaccia e di rete tra servizi sanitari sui vari modelli operativi di prevenzione e promozione della salute effettuati nella scuola e sul territorio al fine di migliorare gli stili di vita degli adolescenti.
L’evento è stato articolato in due parti. Nella prima parte “I comportamenti a rischio negli adolescenti – realtà e bisogni” si è considerato il processo evolutivo dell’adolescente, con particolare riguardo a quegli atteggiamenti e condotte che più frequentemente portano alla sperimentazione delle sostanze, nonché allo sviluppo di comportamenti antisociali. Attraverso alcuni accenni al frame concettuale attuale della neuropsichiatria infantile, ovvero la psicopatologia dello sviluppo, sono stati descritti i segni e i sintomi che, nel corso della crescita possono far sospettare l’insorgenza di una problematica psichiatrica o, altrimenti, indicare delle situazioni di sofferenza ambientale o un drammatico impasto delle due possibilità.
Il problema della marginalità giovanile si va profilando come una delle grandi questioni sociali da affrontare: comportamenti devianti sono l’esito di questi processi. In questo contesto può succedere che il ruolo educativo dell’adulto si sviluppi tra regole verbali e comportamenti scollegati proprio da quelle stesse regole che si pretende di trasferire nel percorso educativo. Dal panorama emerge sempre più quanto sia oneroso il compito di un genitore che voglia affrontare adeguatamente le nuove sfide per fronteggiare le problematiche derivanti dalle dipendenze. Per questo è auspicabile che il ruolo delle famiglie e quello delle istituzioni sia improntato ad un nuovo modello di rapporto e confronto; occorre costruire una rete territoriale di servizi, investendo realtà istituzionali, territoriali e gli stessi genitori, per proporre ed attivare nelle scuole e sul territorio progetti non solo rivolti ai soggetti ritenuti a rischio ma indirizzati a tutti i ragazzi per contribuire alla costruzione di una propria identità sociale anche in termini di maggiore benessere nelle relazioni con i coetanei e con gli adulti più significativi.
L’attenzione agli aspetti neurobiologici dell’uso di sostanze ed alla dimensione sociologica dei social network e del web addiction ha esplorato il fenomeno delle nuove dipendenze attualmente così rilevanti nell’età evolutiva.
Nella seconda “Promuovere la salute nelle comunità di pratica: le esperienze”, si sono confrontati i modelli di prevenzione e promozione della salute attraverso esperienze effettuate sul campo, anche in altre regioni, che hanno visto il coinvolgimento attivo di insegnanti ed operatori sanitari e dei giovani come portatori di un messaggio sul tema della salute.
Nelle società complesse e “liquide” nessuna agenzia educativa (famiglia, scuola), da sola, è in grado di incidere in modo determinante sul processo di formazione delle nuove generazioni. Appare sempre più necessaria la creazione di un “sottosistema sociale” che deve promuovere collaborazione tra le differenti agenzie educative per una azione di sinergia e di rete centrata sull’educazione e sulla trasformazione della cultura sociale dominante, con la consapevolezza che: «i programmi di promozione della salute infatti hanno un maggiore successo se sono integrati nella vita quotidiana delle comunità, basati sulle tradizioni locali e condotti da membri della comunità stessa» (IUHPE Vancouver 2007).
La scuola è il contesto privilegiato per realizzare interventi efficaci di promozione di stili di vita sani e di prevenzione delle tossicodipendenze favorendo lo sviluppo della personalità del giovane, aiutando quelli che presentano comportamenti o atteggiamenti riferibili all’insicurezza, alla sfiducia e alla disistima, rendendoli autonomi e responsabili nelle scelte al fine di favorire comportamenti salutari e senso sociale.
In una fase di trasformazione dei contesti giovanili, dominata dal dilagare di quelle che Spinoza chiamava le “passioni tristi”, epoca in cui i mass media e il virtuale, hanno un ruolo sempre più invasivo nel determinare le modificazioni culturali che vedono il valore dell’uomo sempre più legato alla sua capacità di consumare; la prevenzione sul territorio rimane un’importante occasione di riflessione per giovani, operatori e non solo.
Occorre prestare maggiore attenzione ai disagi e alle fragilità che rendono spesso vittime le nuove generazioni: i giovani chiedono di essere ascoltati e l’impegno deve essere di tutti.
L’iniziativa ha sancito l’impegno comune della rete territoriale dei servizi nell’operare su temi quali la prevenzione e l’intercettazione dei rischi comportamentali negli adolescenti.
La Regione Lazio aderendo al progetto del Centro nazionale per la prevenzione e controllo delle malattie (CCM) del 2011 “Social Net Skills - Promozione del benessere nei contesti scolastici, del divertimento notturno e sui social network, tramite percorsi di intervento sul web e sul territorio”, ha coinvolto le ASL che hanno contribuito alla realizzazione dei diversi obiettivi. Il coordinamento del progetto è stato attribuito, a livello regionale, alla ASL Roma C, e la realizzazione di questo evento ha avuto la finalità di soddisfare il raggiungimento di una delle azioni progettuali previste.
Grazie all’intervento di esperti, si è cercato di comprendere la dimensione epidemiologica, sociale e psicopatologica del fenomeno delle dipendenze comportamentali e da sostanze e sono stati presentati gli strumenti d’intervento ritenuti attualmente più efficaci per la prevenzione. L’intento è stato quello di dare indicazioni sullo “stato dell’arte” in Italia, per favorire il confronto, la discussione e lo sviluppo di conoscenze che possano potenziare il lavoro di interfaccia e di rete tra servizi sanitari sui vari modelli operativi di prevenzione e promozione della salute effettuati nella scuola e sul territorio al fine di migliorare gli stili di vita degli adolescenti.
L’evento è stato articolato in due parti. Nella prima parte “I comportamenti a rischio negli adolescenti – realtà e bisogni” si è considerato il processo evolutivo dell’adolescente, con particolare riguardo a quegli atteggiamenti e condotte che più frequentemente portano alla sperimentazione delle sostanze, nonché allo sviluppo di comportamenti antisociali. Attraverso alcuni accenni al frame concettuale attuale della neuropsichiatria infantile, ovvero la psicopatologia dello sviluppo, sono stati descritti i segni e i sintomi che, nel corso della crescita possono far sospettare l’insorgenza di una problematica psichiatrica o, altrimenti, indicare delle situazioni di sofferenza ambientale o un drammatico impasto delle due possibilità.
Il problema della marginalità giovanile si va profilando come una delle grandi questioni sociali da affrontare: comportamenti devianti sono l’esito di questi processi. In questo contesto può succedere che il ruolo educativo dell’adulto si sviluppi tra regole verbali e comportamenti scollegati proprio da quelle stesse regole che si pretende di trasferire nel percorso educativo. Dal panorama emerge sempre più quanto sia oneroso il compito di un genitore che voglia affrontare adeguatamente le nuove sfide per fronteggiare le problematiche derivanti dalle dipendenze. Per questo è auspicabile che il ruolo delle famiglie e quello delle istituzioni sia improntato ad un nuovo modello di rapporto e confronto; occorre costruire una rete territoriale di servizi, investendo realtà istituzionali, territoriali e gli stessi genitori, per proporre ed attivare nelle scuole e sul territorio progetti non solo rivolti ai soggetti ritenuti a rischio ma indirizzati a tutti i ragazzi per contribuire alla costruzione di una propria identità sociale anche in termini di maggiore benessere nelle relazioni con i coetanei e con gli adulti più significativi.
L’attenzione agli aspetti neurobiologici dell’uso di sostanze ed alla dimensione sociologica dei social network e del web addiction ha esplorato il fenomeno delle nuove dipendenze attualmente così rilevanti nell’età evolutiva.
Nella seconda “Promuovere la salute nelle comunità di pratica: le esperienze”, si sono confrontati i modelli di prevenzione e promozione della salute attraverso esperienze effettuate sul campo, anche in altre regioni, che hanno visto il coinvolgimento attivo di insegnanti ed operatori sanitari e dei giovani come portatori di un messaggio sul tema della salute.
Nelle società complesse e “liquide” nessuna agenzia educativa (famiglia, scuola), da sola, è in grado di incidere in modo determinante sul processo di formazione delle nuove generazioni. Appare sempre più necessaria la creazione di un “sottosistema sociale” che deve promuovere collaborazione tra le differenti agenzie educative per una azione di sinergia e di rete centrata sull’educazione e sulla trasformazione della cultura sociale dominante, con la consapevolezza che: «i programmi di promozione della salute infatti hanno un maggiore successo se sono integrati nella vita quotidiana delle comunità, basati sulle tradizioni locali e condotti da membri della comunità stessa» (IUHPE Vancouver 2007).
La scuola è il contesto privilegiato per realizzare interventi efficaci di promozione di stili di vita sani e di prevenzione delle tossicodipendenze favorendo lo sviluppo della personalità del giovane, aiutando quelli che presentano comportamenti o atteggiamenti riferibili all’insicurezza, alla sfiducia e alla disistima, rendendoli autonomi e responsabili nelle scelte al fine di favorire comportamenti salutari e senso sociale.
In una fase di trasformazione dei contesti giovanili, dominata dal dilagare di quelle che Spinoza chiamava le “passioni tristi”, epoca in cui i mass media e il virtuale, hanno un ruolo sempre più invasivo nel determinare le modificazioni culturali che vedono il valore dell’uomo sempre più legato alla sua capacità di consumare; la prevenzione sul territorio rimane un’importante occasione di riflessione per giovani, operatori e non solo.
Occorre prestare maggiore attenzione ai disagi e alle fragilità che rendono spesso vittime le nuove generazioni: i giovani chiedono di essere ascoltati e l’impegno deve essere di tutti.