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6. La promozione della salute in tutte le politiche e professioni, a cura di Filomena Lo Sasso, Angela Smaldone

9/25/2015

 
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La salute è ritenuta da tutti indispensabile per la crescita e lo sviluppo globale della società, ma la politica sanitaria non basta da sola ad agire sui determinanti di salute. Infatti, per garantire un’adeguata gestione delle problematiche del settore sanitario, occorrono strategie ed iniziative congiunte ed integrate con altre politiche. Le strategie che coinvolgono altri settori nel raggiungimento degli obiettivi di salute pubblica sono riconosciute come elemento fondamentale della salute pubblica contemporanea. È necessario un nuovo approccio nella presa di decisioni e nella governance e nuove modalità di sviluppo e di governo della politica pubblica, che vadano oltre gli interessi ed i mandati settoriali.  I crescenti rischi di malattie sono determinati soprattutto da cause esterne all’ambito sanitario: uso dei trasporti, edilizia, rischi ambientali, cambiamento degli stili di vita, dei consumi e dell’alimentazione, quale risultato dell’economia globalizzata. I comportamenti delle persone in termini di nutrizione ed attività fisica, cessazione del fumo di tabacco, consumo di alcol e sostanze psicotrope, corretti comportamenti alla guida, possono essere influenzati efficacemente attraverso la realizzazione di partnership con politiche ed interventi compiuti anche al di fuori dell’ambito sanitario, che comprendono gli ambienti e le comunità in cui la gente vive e lavora.  Il Trattato “Salute in tutte le politiche UE-HIAP”, all’art. 152 prescrive che la Comunità Europea assicuri un elevato livello di protezione della salute nell’elaborazione ed attuazione di tutte le politiche.  Uno degli scopi fondamentali dell’azione intersettoriale è quello di raggiungere una maggiore consapevolezza delle conseguenze che le decisioni politiche e le prassi organizzative adottate in diversi settori possono avere sulla salute. Vanno rafforzati e resi più efficaci, a tutti i livelli di governo, i sistemi per integrare gli aspetti di sanità pubblica nei settori di politiche non sanitarie, al fine di sviluppare politiche favorevoli alla salute e al benessere della popolazione. Un difetto di protezione e di promozione della salute dei cittadini produrrebbe gravi conseguenze economiche, in considerazione del fatto che il capitale umano, inteso come popolazione in buona salute, rappresenta un prerequisito essenziale per raggiungere gli obiettivi di crescita economica e sociale. Il documento Health 2020 e il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 disegnano una cornice innovativa per promuovere la salute ed il benessere della popolazione. È importante che gli individui e le comunità sviluppino competenze specifiche ed abbiano accesso a informazioni e risorse ed abbiano opportunità per influenzare i fattori che condizionano la salute e il benessere. Gli interventi di promozione della salute devono mirare ad accrescere la partecipazione dei soggetti e delle organizzazioni. Si sottolinea la necessità di coinvolgere organizzazioni che possono influenzare direttamente o indirettamente la salute: la scuola, l’agricoltura, lo sport, l’ambiente, il terzo settore, il turismo, l’urbanistica ed i trasporti. Questo approccio richiama la proposta già tracciata dal documento europeo “Salute in tutte le politiche”, nel quale si auspica l’adozione di strategie che mirino ad abbracciare settori tradizionalmente lontani dall’ambito strettamente sanitario. Seguendo anche i principi della Carta di Tallin, il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 propone l’inclusione delle scelte sanitarie in tutte le politiche nazionali ed assegna al sistema sanitario una funzione di stewardship nella governance delle azioni orientate al miglioramento della salute della popolazione, attraverso la promozione di un confronto diretto con i possibili interlocutori (organizzazioni e stakeholder), al fin di promuovere collaborazioni intersettoriali.
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Il Piano consiglia di adottare, tra le strategie di comunità per prevenire le malattie croniche non trasmissibili, il coinvolgimento di tutti i soggetti e le organizzazioni che possono contribuire a prevenirle e ad affrontarle, dai responsabili politici, alle associazioni locali (empowerment di comunità). Propone inoltre di realizzare interventi orientati a potenziare le risorse personali (empowerment individuale) per l’adozione consapevole di stili di vita corretti ed indica di adottare questo modello in tutto il ciclo di vita, a partire dall’infanzia e dall’adolescenza, quando si consolidano i comportamenti. Gli interventi in ambito scolastico devono essere orientati a coinvolgere in modo attivo gli studenti. Gli interventi rivolti all’età adulta devono promuovere un invecchiamento attivo ed in buona salute, favorendo la partecipazione sociale e la solidarietà tra le generazioni per sostenere l’anziano fragile nel contesto in cui vive, per mantenere l’autonomia ed evitare l’isolamento sociale. È importante investire nello sviluppo sociale sostenibile, riservando un’attenzione particolare all’equità, all’istruzione e al benessere ed attuare un approccio globale alla società, creando ambienti favorevoli ed opportunità per facilitare scelte salutari. La promozione della salute assume un ruolo importante per generare benessere e gli operatori sanitari assumono il ruolo di “catalizzatori” degli interventi di prevenzione e promozione della salute, intercettando le attività di settori differenti da quello sanitario e costruendo una coesione sociale sostenuta da una rete di azioni sinergiche ed integrate. La promozione della salute coinvolge tutte le politiche e tutte le professioni e può essere attuata in tutti gli ambiti di vita. Ogni professionalità con le proprie competenze e con la propria specificità può contribuire a creare salute e benessere. Per fare questo occorre che tutti i professionisti impegnati nella promozione della salute, appartenenti al settore sanitario e non, maturino competenze multiple orientate a sviluppare programmi di promozione della salute basati sui principi del coinvolgimento e dell’empowerment, programmi che mirino a migliorare le condizioni di salute, aumentare la health litercy, sostenere una vita autonoma e facilitare la scelta di stili di vita salutari. Il meeting “La promozione della salute in tutte le politiche e professioni” ha raccolto molteplici esperienze realizzate nei diversi ambiti lavorativi, nella scuola, nella comunità, negli ambienti di vita. Tutte le professioni sanitarie e non sanitarie hanno indicato i possibili settori nei quali poter intervenire per promuovere salute e benessere. La sfida per il futuro è di attuare modalità concrete affinché il settore sanitario possa costantemente interagire con altri settori, al fine di costruire una rete di azioni sinergiche ed integrate per creare salute e benessere.
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    Salute
    e medicina
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    La collana “Salute e medicina” nasce dall’idea di affrontare i temi della salute a tutto tondo senza nessuna preclusione ideologica.

    Nel 1948 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha esteso in confini della salute superando la equazione “salute uguale assenza di malattia”. Dal ’48 in poi quando si parla di salute si fa riferimento ad uno stato di benessere fisico, mentale e sociale. Il benessere diventa quindi un requisito di salute e questa non è più una competenza esclusiva della medicina, ma riguarda ogni disciplina che può direttamente o indirettamente contribuire a produrre benessere fisico, psichico e sociale.
    L’estensione della respon-sabilità della salute al di fuori dello stretto ambito sanitario ha portato alla nascita della promozione della salute definito nel 1986 dall’OMS come un processo che consente ai singolo e alle comunità di aumentare il proprio stato di salute aumentando il benessere. Questo processo ha lo scopo dunque di consentire alle persone di individuare le proprie aspirazioni e i propri bisogni e di agire per soddisfarli.

    Quando le persone si ammalano la salute deve essere ripristinata dalla me-dicina. Questa deve agire nell’alveo dell’etica alla luce dei principi di autonomia, giustizia e beneficenza cercando con ogni mezzo di favorire la centralità del paziente, non solo nell’organizzazione sanitaria, ma anche nei processi decisionali che riguardano le policy sulla salute. In tale direzione si è mossa anche l’OMS con un documento che impegna tutti i paesi della Regione Europea dell’OMS: l’Health 2020. Uno dei due obiettivi strategici di questo importante documento impegna gli Stati firmatari (53 Stati) a favorire la governance e la leadership partecipata in nelle politiche che riguardano la salute.

    Alla luce dunque di queste semplici premesse si sviluppa la collana, con un filo conduttore unico: che si tratti di malattia o che si tratti di salute, al centro deve comunque restare la crescita della dignità dell’essere umano.


    Collana diretta da
    Sergio Ardis

    Segretario Nazionale
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    Gruppo Italiano Felicità e Salute Positiva
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    Comitato scientifico

    Stefania Polvani
    Presidente Nazionale
    Società Italiana Medicina Narrativa



    Veronica D'Elia
    Infermiera



    Filomena Lo Sasso
    Già Presidente
    Società Italiana per la Promozione della Salute


    Ciro Basile Fasolo
    Sessuologo



    Carlo Mazzatenta
    ASL Toscana Nord Ovest
    Dermatologo



    Nicola Nante
    Università di Siena



    Moreno Marcucci
    ASL Toscana Nord Ovest
    Esperto in comunicazione sanitaria



    Rosaria Mastronardo
    Gruppi di Auto-aiuto Pazienti Fibromialgici



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