L’opera si presenta come strumento teorico-pratico per approfondire le tematiche della promozione della salute - che si distingue dalla mera prevenzione della malattia, così come indicato efficacemente dall’OMS - , affrontando la sfida attuale di progettare interventi nell’ambito scolastico e soprattutto di sperimentare un modello di valutazione delle azioni attivate per migliorare il benessere dei ragazzi.
Il contributo dei vari autori ricorda come la promozione della salute, dalle premesse storiche arrivando ai contenuti della Carta di Ottawa (e ai documenti internazionali successivi), deve rivolgersi alla costruzione di una politica pubblica per la salute, a creare ambienti favorevoli, a dare forza all’azione della comunità, a sviluppare le abilità personali e a riorientare i servizi sanitari. Si comprende quindi come il processo debba essere globale e rivolto essenzialmente al benessere. La letteratura è piena di evidenze scientifiche che mostrano come i soli elementi conoscitivi non bastano a garantire l’assunzione di comportamenti consapevoli e responsabili. Ecco perché le “life skill” diventano obiettivi prioritari per le attività di promozione della salute, assieme all’educazione fra pari (peer education) per gli studenti che risulta, quindi, uno dei pochi strumenti efficaci volti a influenzare positivamente i componenti del gruppo e il loro “empowerment”. Gli esempi presentati dagli autori nell’ambito scolastico, nell’attività svolta, nell’ambito del modello toscano dalla Struttura di Educazione e promozione della salute dell’Azienda USL2 di Lucca, mostrano i progetti oramai “a sistema”. Da qui la fondamentale importanza di una riflessione sulla valutazione del benessere, tramite, sia un progetto realizzato dagli stessi “peer educator” che a mezzo la definizione di specifici items validati a livello internazionale (OECD, Istat) e consigliato nell'Health 2020 dell'OMS.
Contributi di:
Sergio Ardis, Paola Bartolini, Manuele Bellonzi, Umberto Cherubini, Lucia Corrieri Puliti, Antonella De Cesari, Roberta Della Maggiora, Martina Fondi, Marta Marcucci, Moreno Marcucci, Evelina Mugnani.
Il contributo dei vari autori ricorda come la promozione della salute, dalle premesse storiche arrivando ai contenuti della Carta di Ottawa (e ai documenti internazionali successivi), deve rivolgersi alla costruzione di una politica pubblica per la salute, a creare ambienti favorevoli, a dare forza all’azione della comunità, a sviluppare le abilità personali e a riorientare i servizi sanitari. Si comprende quindi come il processo debba essere globale e rivolto essenzialmente al benessere. La letteratura è piena di evidenze scientifiche che mostrano come i soli elementi conoscitivi non bastano a garantire l’assunzione di comportamenti consapevoli e responsabili. Ecco perché le “life skill” diventano obiettivi prioritari per le attività di promozione della salute, assieme all’educazione fra pari (peer education) per gli studenti che risulta, quindi, uno dei pochi strumenti efficaci volti a influenzare positivamente i componenti del gruppo e il loro “empowerment”. Gli esempi presentati dagli autori nell’ambito scolastico, nell’attività svolta, nell’ambito del modello toscano dalla Struttura di Educazione e promozione della salute dell’Azienda USL2 di Lucca, mostrano i progetti oramai “a sistema”. Da qui la fondamentale importanza di una riflessione sulla valutazione del benessere, tramite, sia un progetto realizzato dagli stessi “peer educator” che a mezzo la definizione di specifici items validati a livello internazionale (OECD, Istat) e consigliato nell'Health 2020 dell'OMS.
Contributi di:
Sergio Ardis, Paola Bartolini, Manuele Bellonzi, Umberto Cherubini, Lucia Corrieri Puliti, Antonella De Cesari, Roberta Della Maggiora, Martina Fondi, Marta Marcucci, Moreno Marcucci, Evelina Mugnani.
Questo libro nasce da un progetto di ricerca, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, mirato ad individuare gli strumenti necessari a valutare le attività di promozione della salute, in particolare quelle relative al benessere soggettivo. Sino ad ora, sia in economia sia in sanità la valutazione del benessere ha tenuto poco conto del vissuto dei singoli, delle potenzialità ed abilità psicosociali di ogni persona, il cui sviluppo aiuta a trovare equilibrio fra ragione ed emozioni che favoriscono il raggiungimento del benessere.