Il catalogo di una mostra ospitata nel 1992 presso la Biblioteca Laurenziana di Firenze, e dedicata ai rapporti tra umanesimo e geografia, sottolineava che tutte le città che in quell’anno contribuivano alle celebrazioni per il quinto centenario della “scoperta” del Nuovo Mondo avevano dovuto far ricorso al materiale documentario conservato presso gli archivi e le biblioteche fiorentine. E che in quei documenti c’è il sicuro preludio scientifico e concettuale alle imprese colombiane, intuite e auspicate con ferma oggettività e limpida determinazione. Tanto interesse era sostenuto da quello commerciale e artigianale, alla base di un’economia cittadina tesa a cogliere l’utilità di nuove e migliori conoscenze, servissero queste alla fissazione delle tinture, all’estrazione dell’allume o al raggiungimento di qualsivoglia altro proposito produttivo avesse a che fare allora con le attività locali. Nella Toscana medicea del ’500, legata alla Spagna per motivi politici e dinastici, ogni attenzione fu tuttavia particolarmente sollecitata e nutrita dalla preziosità e bellezza dei reperti naturali e dei manufatti che giungevano d’oltreoceano, contribuendo a un gusto sempre più ricercato e curioso e a un collezionismo di qualità e ampiezza straordinarie. A questi, nei secoli, è tornata a guardare l’America, percorrendo ponti culturali da entrambi i lati sempre più forti e consapevoli.
Questo volume contiene una sintesi dell’incontro promosso dall’Università di Sassari sulle ricerche portate avanti dai nostri giovani ricercatori: un’occasione straordinaria di conoscenza, un bilancio e insieme una prospettiva verso il futuro. La Giornata di presentazione dei risultati della ricerca dei Giovani Ricercatori, che si è svolta il 16 dicembre 2011 presso l’Aula Magna dell’Università, è stata a buon diritto inserita fra i principali eventi promossi in coincidenza con le celebrazioni del 450° anno dalla nascita del Collegio Gesuitico, alle origini dell’Ateneo turritano. Nel corso di due sessioni sono state esposte le ricerche co-finanziate con fondi del POR Sardegna del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 e sulla legge regionale n. 7 del 2007 per la promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna. Si tratta di ricerche condotte con forte motivazione e rigore nel corso del biennio 2010-2011 da tanti giovani promettenti, portate avanti in modo autonomo e indipendente, ma con la supervisione di responsabili scientifici appartenenti ad Università e ad Enti di ricerca. L’evento, pensato dai borsisti di ricerca che facevano capo all’antico Dipartimento di Storia dell’Ateneo sassarese, si è poi aperto alla partecipazione di ricercatori di altre strutture anche del sud dell’isola. Questo importante momento di confronto e di crescita ha avuto come filo conduttore la Storia, da quella più antica a quella contemporanea, rappresentata nelle sue varie sfaccettature negli interventi dei 19 giovani studiosi che hanno aderito all’invito degli organizzatori. Voglio esprimere l’apprezzamento per i risultati raggiunti, che testimoniano una qualità, una tensione, un impegno che è nostro dovere sostenere e incoraggiare. L’auspicio è che la Regione Autonoma della Sardegna continui ad investire nella ricerca e nei ricercatori, giovani e meno giovani, che con tanta abnegazione e spesso fra mille difficoltà portano a compimento, come il protagonista dell’Eneide, i propri munera: il motto del nostro Ateneo, dopo l’approvazione del nuovo statuto, è appunto susceptum perfice munus. Sassari, Pasqua 2014 Attilio Mastino - Rettore dell’Università degli Studi di Sassari
Contributi di:
La “Giornata di presentazione dei risultati della ricerca dei Giovani Ricercatori” Attilio Mastino I “Giovani Ricercatori”: uno sguardo d’insieme sulle loro attività Alessandro Teatini La viabilità nella Sardegna romana tra le stationes di Hafa e Molaria Marilena Sechi Religione e culti della Sardegna in età romana. Note su alcuni aspetti e problematiche Chiara Pilo, Romina Carboni Aspetti culturali della Nurra di età storica: il caso delle cosiddette sepolture ad enchytrismos Emiliano Cruccas Le necropoli di Turris Libisonis Emanuela Cicu Partecipare alla salvaguardia del patrimonio con il Sistema Informativo Territoriale Archeologico di Porto Torres Enrico Petruzzi Geo-Informatica per l’individuazione dei Paesaggi Storici. L’asta del Rio Mannu di Porto Torres Federico Nurra GIS OS per lo studio della viabilità antica nel Sulcis: applicazioni di analisi spaziale con GRASS e Qgis Ilaria Montis Essere uomini, diventare donne: i Lidi di Coricio di Gaza tra storia e riflessione sui meccanismi di costruzione dell’identità individuale Simona Lupi I culti orientali nell’Africa romana: alcune considerazioni tra archeologia ed epigrafia Alberto Gavini I reperti ceramici tardoantichi e medievali dagli scavi dell'area di San Pietro a Bosa. Relazione preliminare – campagne 1995 e 2003 Laura Biccone, Alessandro Vecciu Gli Ebrei Sefarditi e i loro rapporti con le comunità religiose nell'area dello Stretto di Gibilterra Marianna Piras Informatica umanistica e documentazione d’archivio: i Cabrei dell’Archivio di Stato di Cagliari Maria Clara Cominacini Inventari digitali e archivi virtuali, due esempi: l’Inventario del Capitolo cattedrale di Alghero e l’Archivio Virtuale degli atti sinodali medievali sardi Alessandra Derrii Finanza e fiscalità nel Regno di Sardegna (1323-1355): strumenti e metodologia di ricerca Fabrizio Alias Ceti emergenti e dinamiche sociali nel bacino metallifero dell'Iglesiente tra Ottocento e Novecento Giampaolo Atzei L’alta formazione, spina dorsale della società sarda futura Luciano Cicu Nota dei curatori Emanuela Cicu, Alberto Gavini, Marilena Sechi Giuseppe Bandi (Gavorrano 1834 - Livorno 1894) fu un patriota, uomo d'azione, giornalista e scrittore del Risorgimento italiano. I Mille, da Genova a Capua, fu pubblicato postumo nel 1903.
Vuoi tu, dunque, amico caro, ch’io ti racconti quel che videro i miei occhi ed udirono i miei orecchi nell’avventurosa corsa che facemmo da Genova a Marsala ne’ primi giorni di maggio del 1860, quando saltò in testa a Garibaldi il ticchio di fare quella che parve da principio una gran pazzia, e fu giudicata di poi opera egregia e principalissima tra le sue più belle? Storia urbana, economica e sociale della Napoli bizantina (X secolo). La Napoli pre-normanna (la cui popolazione si sarebbe aggirata, secondo una stima di P. Arthur, sui 15-20000 abitanti) è da ritenersi tra gli esempi meglio documentati e meno studiati di insediamento cittadino nell’Italia Meridionale. Caratteristiche sono la complessità urbana, la variegata composizione sociale ed il tessuto economico precocemente attivo. L’analisi iniziale delle fonti, condotta finora con alcuni sondaggi tematici per il solo secolo X, mostra una città con edifici sviluppati in altezza, una significativa presenza di bagni, strutture di approvvigionamento idrico e di smaltimento dei rifiuti. L’attestazione di due mercati cittadini, di diversi magazzini e botteghe, e di un’area portuale molto estesa è un chiaro segno di dinamismo economico. È possibile ricostruire la struttura urbanistica di alcuni quartieri della città e la diversa vocazione economica e sociale delle singole zone.
Prima di studiare le caratteristiche insediative, economiche e sociali di una città medievale è necessario enunciare che cosa si intenda per città: non esiste infatti una definizione di insediamento urbano che sia accettata da tutti gli studiosi. Se per le città contemporanee e occidentali i dubbi vanno per lo più dissolvendosi, grazie a ben più ampie riflessioni su capitalismo, mercato e tipi di società, per quanto riguarda il Medioevo questo rimane un terreno fortemente dibattuto. Giuseppe Manno (Alghero 1786 - Torino 1868) fu segretario per gli Affari di Sardegna nel 1817, ministro per gli Affari interni per la Sardegna nel 1821, Consigliere della Corona e Consigliere nel Supremo Consiglio di Sardegna nel 1823. Sotto Carlo Alberto gli fu assegnato l’incarico di precettore di storia dei duchi di Savoia e Genova e gli fu conferito il titolo di barone. Nel 1847 fu eletto presidente del Senato piemontese. Storico e politico sardo.
Le prime origini delle nazioni coperte sono di tenebre anche presso a quei popoli i quali ebbero in tempo scrittori atti ad investigare le cose antiche, ed a tramandare ai posteri li fatti celebri della loro età. La greca mitologia, impadronitasi d'una gran parte delle scarse ed inesatte tradizioni dell'antichità, volendo tutto abbellire, ha tutto svisato, dimodoché più inestricabile riesce il viluppo che incontrasi nel separare dall'ingombro dei racconti favolosi l'impercettibile germe di verità talvolta racchiusovi. Non è dunque da meravigliare se la storia di un paese, qual è la Sardegna, privo nell'antichità di illustratori propri, presenti a chi fassi ad indagarne i primi tempi molta oscurità; e se, passate essendo nelle sue terre colle greche colonie le greche illusioni, non inferiore alla mancanza sia l'incertezza degli storici monumenti. A chi non voglia perciò lasciarsi sedurre dal bagliore dei nomi eroici ed a chi rinunciare non sappia a quella severa critica, la quale libra anche le più rispettabili autorità, forza è l'avanzarsi con cauto ragguardamento nella disamina delle classiche narrazioni, nelle quali più facile fia nulla omettere che tutto accettare. Molti dei sardi scrittori , invece di arrestarsi a tale difficoltà, cedettero alle lusinghe della fantasia, ed impiegando maggior diligenza che discernimento nel raggranellare quanto l'antichità ci lasciò, poco curarono la strana mescolanza delle gesta mitologiche, purché un tal quale collegamento ne derivasse d'epoche istoriche. In tal modo la frequente gara d'occupazione che insanguinar dovette talvolta in quel tempo i lidi della Sardegna, nobilitata fu col nome di alcuni semidei; e noi goder possiamo tutto il conforto d'una ridente immagine laddove i nostri primi antenati sperimentarono forse tutta la durezza delle calamità. Pietro Verri, Storia di Milano, con la continuazione di Pietro Custodi. Edizione integrale. Pietro Verri (Milano, 12 dicembre 1728 – Milano, 28 giugno 1797) è stato un filosofo, economista, storico e scrittore italiano. Grazie alla sua opera come autore e come organizzatore Milano divenne il più importante centro dell'Illuminismo italiano. L'ipotesi di civiltà che scaturiva dalla figura intellettuale di Pietro Verri era forse troppo avanzata per poter essere adeguatamente raccolta dalla nostra cultura; e comunque lo colloca a pieno titolo tra le espressioni più alte dell'Illuminismo italiano. Il grande merito storico di Pietro Verri consiste nel fatto di aver creato in Lombardia un grande centro di aggregazione illuminista, la rivista Il Caffè. Ciò che desta curiosità rimane il titolo con cui Pietro Verri scelse di intitolare la sua testata, dovuta al rilevante fenomeno della diffusione di caffè (bar), come luoghi dove poter intraprendere un libero e attuale dibattito culturale, politico e sociale. Abbiamo un buon numero di scrittori della storia e della erudizione patria; eppure pochi sono i Milanesi, anche scegliendo gli uomini colti, i quali abbiano un'idea della storia del loro paese. Questa generale oscurità ci dispiace, e tavolta ancor ci pregiudica; ma gli ostacoli che dovremo superare per acquistare la notizia, sono tanti e sì difficili, che, affrontati appena, ci sgomentano; e, trattine alcuni pochi eruditi per mestiere, i quali si appiattano a vivere fra i codici e le pergamene, non vi è chi ardisca di vincerli... |
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