Quotidianamente i medici, gli infermieri e tutti gli altri professionisti della salute sono chiamati a comunicare in situazioni difficili e a volte critiche. Questo libro fornisce gli strumenti utili per affrontare sia la comunicazione di cattive notizie, che comportano un forte coinvolgimento emotivo anche per il sanitario, sia per comunicare in situazioni meno drammatiche, come accade nelle condizioni di malattia cronica.
Tre capitoli di questo libro sono dedicati al lutto, la situazione che certamente più coinvolge i sanitari e li mette in difficoltà nella relazione con pazienti e familiari, ma ampio spazio è stato dato anche ai modelli di comunicazione e all'analisi delle emozioni più frequentemente presenti nei pazienti, a partire dall'aggressività. Possedere gli strumenti relazionali adeguati a gestire le emozioni risulta utile in primo luogo per il paziente ma costituisce anche un elemento di prevenzione dei conflitti che purtroppo sempre più riguardano le varie categorie di operatori della salute.
Infine, è stato dedicato spazio alla comunicazione in ambulatorio, un contesto diverso dalla corsia ospedaliera, sino ad oggi considerata il luogo di cura per eccellenza. In questo ambito le difficoltà comunicative sono rappresentate dall'episodicità dell'incontro con il paziente, spesso portatore di una malattia cronica con tutte le difficoltà di accettazione e di aderenza alle terapie che questa comporta.
Sergio Ardis e Moreno Marcucci, entrambi medici, hanno condiviso gli ultimi venti anni lavorativi dedicandosi dapprima alla donazione di organi, quindi più in generale all'umanizzazione delle strutture sanitarie. In entrambi i settori hanno privilegiato il miglioramento della relazione e della comunicazione tre sanitari e pazienti. Autori di molte pubblicazioni, tra cui due libri: “Comunicare bene per curare meglio” (2005) e “Positivo scomodo” (2007).
Tre capitoli di questo libro sono dedicati al lutto, la situazione che certamente più coinvolge i sanitari e li mette in difficoltà nella relazione con pazienti e familiari, ma ampio spazio è stato dato anche ai modelli di comunicazione e all'analisi delle emozioni più frequentemente presenti nei pazienti, a partire dall'aggressività. Possedere gli strumenti relazionali adeguati a gestire le emozioni risulta utile in primo luogo per il paziente ma costituisce anche un elemento di prevenzione dei conflitti che purtroppo sempre più riguardano le varie categorie di operatori della salute.
Infine, è stato dedicato spazio alla comunicazione in ambulatorio, un contesto diverso dalla corsia ospedaliera, sino ad oggi considerata il luogo di cura per eccellenza. In questo ambito le difficoltà comunicative sono rappresentate dall'episodicità dell'incontro con il paziente, spesso portatore di una malattia cronica con tutte le difficoltà di accettazione e di aderenza alle terapie che questa comporta.
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On a daily basis, doctors, nurses and all health care professionals are called upon to communicate in situations which are difficult and sometimes critical. This book provides useful tools to help deal with both the communication of bad news, which includes a strong emotional involvement for medical staff, and also with the communication in less dramatic situations such as in chronic disease conditions.
Three chapters of this book are dedicated to grief, the situation which without doubt most frequently involves medical staff and creates difficulties for them in relation to dealing with patients and relatives. A large section of the book is dedicated to communication models and to the analysis of the most commonly expressed emotions in patients, beginning with aggression. Possessing adequate interpersonal skills for coping with emotions is useful for healthcare professionals, firstly to help the patient but secondly to prevent the conflict which can unfortunately sometimes arise for the healthcare professionals.
Finally, some coverage has been given to ambulatory communication. This is a different situation from hospital wards which have until recently been considered to be the treatment centre of excellence. In this area, communication difficulties are represented by episodic meetings with patients who are frequently suffering from chronic illness and all of the associated difficulties of accepting and adhering to their therapy.
Three chapters of this book are dedicated to grief, the situation which without doubt most frequently involves medical staff and creates difficulties for them in relation to dealing with patients and relatives. A large section of the book is dedicated to communication models and to the analysis of the most commonly expressed emotions in patients, beginning with aggression. Possessing adequate interpersonal skills for coping with emotions is useful for healthcare professionals, firstly to help the patient but secondly to prevent the conflict which can unfortunately sometimes arise for the healthcare professionals.
Finally, some coverage has been given to ambulatory communication. This is a different situation from hospital wards which have until recently been considered to be the treatment centre of excellence. In this area, communication difficulties are represented by episodic meetings with patients who are frequently suffering from chronic illness and all of the associated difficulties of accepting and adhering to their therapy.
Dopo otto anni dalla pubblicazione di “Comunicare bene per curare meglio” abbiamo sentito nuovamente l'esigenza di scrivere un libro sulla comunicazione sanitario-paziente, per via dei tanti cambiamenti avvenuti in questo arco di tempo nella sanità italiana ma anche per i tanti aspetti che invece, purtroppo, sono rimasti uguali.
Il bisogno di comunicazione è cresciuto in ogni ambito e il modo di comunicare in generale è cambiato. In questi otto anni i social network sono nati e sono divenuti popolarissimi (Facebook era già nato un anno prima, ma era allora poco conosciuto dal grande pubblico) e al contempo l’uso di internet è diventato veramente di massa. Telefono, personal computer e televisione, grazie al web si sono quasi fusi nelle loro funzioni, sempre più trasversalmente interconnessi e interattivi per merito anche della comparsa e diffusione degli smartphone e dei tablet.
Otto anni fa i libri erano di carta, mentre oggi anche questo scritto sarà diffuso principalmente in forma di e-book per essere letto soprattutto su display digitali e poche copie, per i nostalgici, saranno date alle stampe.
Questo cambiamento epocale nella comunicazione globale non poteva non coinvolgere una parte tanto importante della nostra vita: la salute, e con essa la malattia.
In questo scenario ciò che è profondamente mutata, è la disponibilità generale di informazioni. Non solo la disponibilità di contenuti informativi presenti su internet è aumentata, ma lo è soprattutto l’accessibilità. I dispositivi che ci consentono di accedere ai contenuti informativi presenti nella rete sono diventati portatili e ognuno di noi ha in tasca il suo terminale con cui consultare internet e accedere alle informazioni in tempo reale, non appena il bisogno informativo si presenta.
Forse per questo, oggi, il bisogno di ricevere informazioni viso a viso dai sanitari potrebbe apparire minore, meno importante rispetto a pochi decenni fa. Ma l’esperienza ci fa dire con certezza che le cose non stanno così. Lo vediamo dalla pratica clinica, continuiamo a leggerlo nei reclami che giungono agli URP, lo sentiamo ancora dire dai pazienti e dai sanitari. Possiamo ancora riscrivere quella frase tanto vera (e spesso tanto vuota di reali intenti da parte di chi la pronunciava) che abbiamo sentito ripetere molte decine di volte in vari contesti accademici, organizzativi, clinici e mediatici: “la comunicazione sanitario-paziente è importante!”