Scipio Slataper (Trieste, 14 luglio 1888 - Monte Calvario, 3 dicembre 1915) fu scrittore e militare irredentista italiano fra i più noti nella storia letteraria di Trieste. Di ascendenze italiane e boeme, come egli stesso dice nella sua opera principale Il mio Carso, si trasferì a Firenze per studiare. Qui si laureò in Lettere, con una tesi su Ibsen. Tornato a Trieste, nel settembre 1913 sposò Gigetta Carniel da cui ebbe un figlio. Arruolato nella Divisione Julia, fu disperso in Russia durante la ritirata (1942-1943). Pur essendo stato inizialmente critico nei confronti delle tesi irredentiste, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si arruolò volontario nel Regio Esercito Italiano raggiungendo il grado di sottotenente nel 1º Reggimento dei "Granatieri di Sardegna" e morì sul fronte combattendo sul monte Podgora (toponimo sloveno della località Piedimonte del Calvario, ora nel comune di Gorizia). Per il suo sacrificio gli fu concessa la medaglia d'argento al valor militare.
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Vorrei dirvi: Sono nato in Carso, in una casupola col tetto di paglia annerita dalle piove e dal fumo. C'era un cane spelacchiato e rauco, due oche infanghite sotto il ventre, una zappa, una vanga, e dal mucchio di concio quasi senza strame scolavano, dopo la piova, canaletti di succo brunastro.
Vorrei dirvi: Sono nato in Croazia, nella grande foresta di roveri. D'inverno tutto era bianco di neve, la porta non si poteva aprire che a pertugio, e la notte sentivo urlare i lupi. Mamma m'infagottava con cenci le mani gonfie e rosse, e io mi buttavo sul focolaio frignando per il freddo.
Vorrei dirvi: Sono nato nella pianura morava e correvo come una lepre per i lunghi solchi, levando le cornacchie crocidanti. Mi buttavo a pancia a terra, sradicavo una barbabietola e la rosicavo terrosa. Poi son venuto qui, ho tentato di addomesticarmi, ho imparato l'italiano, ho scelto gli amici fra i giovani piú colti; ma presto devo tornare in patria perché qui sto molto male.