Questa raccolta, pubblicata nel 1930, prende il nome dal racconto "Il dono di Natale", emblematico dello stile dell'autrice, che ama narrare ad adulti e bambini storie di vita quotidiana. La storia è raccontata nell’ingenuo linguaggio di un bambino. Riesce in tal modo ad evocare in pieno l’atmosfera natalizia e le emozioni che contraddistinguono la festività: la gioia dell’attesa, le aspettative per una lauta cena, la felicità per un futuro radioso. Con Il Dono di Natale, Grazia Deledda ci propone un piccolo assaggio delle tradizioni passate dell’isola. Un passato dedito alla pastorizia, i cui protagonisti erano perlopiù gente povera la cui vita era costellata di stenti e privazioni. Trovava tuttavia conforto nel calore familiare e nelle festività religiose. In particolare, affidava al Natale tutte le sue speranze per un domani migliore. L’intero racconto è costellato di piccoli gesti quotidiani e vige imperante, tanto nella casa di Felle quanto nella piccola abitazione di Lia, la gioia per il Natale. Come da promessa, al termine dei festeggiamenti sarà portato ad entrambi qualcosa per cui essere estremamente felici.
Grazia Deledda nasce a Nuoro nel 1871, in una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Interrotti gli studi precocemente, la giovane Grazia approfondisce da autodidatta la sua passione per la letteratura, giungendo a pubblicare alcuni suoi racconti sulla rivista L´Ultima Moda, a soli 19 anni. Nel 1900 si trasferisce a Roma con il marito, conosciuto a Cagliari l´anno prima: rimarrà nella città fino alla morte, avvenuta nel 1936. E´ proprio nella capitale che i suoi capolavori vedono la luce: Elias Portolu (1903), Cenere (1904), L´Edera (1908), L´incendio nell´oliveto (1918), Il segreto di un uomo solitario (1914), Canne al vento (1913), Marianna Sirca (1915), Il Dio dei viventi (1922), e infine Cosima, pubblicato postumo. Ma è il 1926 a rappresentare una data significativa per la scrittrice, chiamata a ritirare il premio Nobel per la letteratura: Grazia Deledda, prima donna a ricevere tale onorificenza, fu premiata per la sua prosa idealisticamente ispirata che con chiarezza plastica dipinge la vita della sua isola nativa e con profondità e simpatia si confronta con i problemi umani in generale.