Grazia Deledda (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936) è stata vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1926. La narrativa della Deledda si basa su forti vicende d'amore, di dolore e di morte sulle quali aleggia il senso del peccato, della colpa, e la coscienza di una inevitabile fatalità. La critica in generale tende a incasellare la sua opera di volta in volta in questo o in quell'-ismo: regionalismo, verismo, decadentismo, oltre che nella letteratura della Sardegna. Altri critici invece preferiscono riconoscerle, com'è dovuto ai grandi autori, l'originalità della sua poetica: per quanto ben inserita nel contesto del Novecento europeo, essa tutto sfiora, senza a niente appartenere. Il sapore vagamente verista della sua produzione le procurò le antipatie degli abitanti di Nuoro, in cui le storie erano ambientate. I suoi concittadini erano infatti dell'opinione che descrivesse la Sardegna come terra rude, rustica e quindi arretrata. In realtà non era intenzione della Deledda assumersi un impegno sociale come quello che spesso caratterizzò il Verismo. Alla formazione «etica ed estetica della Deledda hanno concorso sia la solida cultura delle origini (primitiva, orale, sardofona), sia la cultura d’inappartenenza (urbana, scritta, italiana). Il segreto e la forza della sua narrativa stanno proprio nella magistrale rappresentazione dell’automodello sardo, nella proiezione simbolica del suo universale concreto: l’isola è intesa come luogo mitico e come archetipo di tutti i luoghi, terra senza tempo e sentimento di un tempo irrimediabilmente perduto, spazio ontologico e universo antropologico in cui si consuma l’eterno dramma dell’esistere.
Libro Italia € 6,99 (lo compro qui) E-book Italia € 0,89 (lo compro qui) Amazon Italia € 7,99 (lo compro qui) | Libro USA $ 7,99 (lo compro qui) E-book USA $ 0,99 (lo compro qui) E-book Germania € 0,89 (lo compro qui) |
Libro Germania € 7,55 (lo compro qui) Libro Regno Unito £ 5,88 (lo compro qui) E-book Regno Unito £ 0,77 (lo compro qui) | Libro Francia € 6,99 (lo compro qui) E-book Francia € 0,89 (lo compro qui) Libro Spagna € 6,99 (lo compro qui) |
Siamo in Sardegna, nella parte montuosa della Sardegna, in una piccola città che ci contenteremo di chiamare solo X***, benchè nella carta sia segnata con un nome assai sonoro e lungo. X*** possiede la sua brava passeggiata, le sue piazze, esenti ancora di fontane di marmo, e di statue, i suoi caffè splendidissimi, il suo "club", e qualche volta anche a intervalli di due o tre anni, si permette il lusso del teatro: tutto ciò però non impedisce che vi si tragga la vita più noiosa di questo mondo, sicchè la più piccola novità basta per mettere in fermento gli abitanti pacifici e poco interessati nelle gravi questioni d'oltre monti e d'oltre mari. Ai primi dell'anno 1881, la novità più saliente, la novità che più dava di che pensare e di che dire nei crocchi, nei caffè, nelle conversazioni private di X*** era una palazzina misteriosa che da circa due mesi stavasi fabbricando all'estremità nord della città, vicino alla casa di don Salvatore Mannu, ch'era l'ultima di X***, una palazzina bianca, elegante, dai balconi di ferro verniciati a rosso, circondata da uno spazio destinato a giardino. Gli studenti, che poco più o meno s'intendevano tutti di francese, dicevano che quella casina di uno stile mai più conosciuto in X***, le cui case erano tutte disadorne e ineleganti al di fuori - allora - era uno "chalet", e che probabilmente lo faceva costruire qualche ricco per venirsene in Sardegna nella bella stagione - qualche inglese, ben sottinteso, molto eccentrico ed originale, dal punto che scieglieva la Sardegna per luogo di villeggiatura… - Ma un negoziante che aveva viaggiato in Spagna e abitato per tre settimane in Granata, un gran sognatore idealista che smentiva la massima: "i commercianti son tutti gente positiva", asseriva che lo stile della nuova palazzina era moresco, lo conosceva ben lui…