Olì, una giovane donna incontra un uomo sposato del quale si innamora e con cui concepisce un figlio. Per questo lei viene cacciata di casa, e trascorsi i primi anni col figlio Anania, nell'angoscia di non poter dare a suo figlio una vita dignitosa, vista la sua condizione di povera e disonorata, lo abbandona a soli sette anni davanti alla casa paterna. Questi, divenuto adulto, rintraccerà la madre, e di conseguenza perderà la promessa sposa, poiché questa rifiuterà di accettare la presenza di una suocera disonorata e socialmente impresentabile.
Cadeva la notte di San Giovanni. Olì uscì dalla cantoniera biancheggiante sull'orlo dello stradale che da Nuoro conduce a Mamojada, e s'avviò pei campi. Era una ragazza quindicenne, alta e bella, con due grandi occhi felini, glauchi e un po' obliqui, e la bocca voluttuosa il cui labbro inferiore, spaccato nel mezzo, pareva composto da due ciliegie. Dalla cuffietta rossa, legata sotto il mento sporgente, uscivano due bende di lucidi capelli neri attortigliati intorno alle orecchie: questa acconciatura ed il costume pittoresco, dalla sottana rossa e il corsettino di broccato che sosteneva il seno con due punte ricurve, davano alla fanciulla una grazia orientale. Fra le dita cerchiate di anellini di metallo, Olì recava striscie di scarlatto e nastri coi quali voleva segnare i fiori di San Giovanni, cioè i cespugli di verbasco, di timo e d'asfodelo da cogliere l'indomani all'alba per farne medicinali ed amuleti.
Grazia Deledda (Nuoro 1871 – Roma 1936) vinse del Premio Nobel per la Letteratura nel 1926. Tra le sue opere: Fior di Sardegna, La via del male, Racconti sardi, Anime oneste, Elias Portolu, Cenere, Nostalgie, L'edera, Canne al vento, Marianna Sirca, La madre, La fuga in Egitto, Il sigillo d'amore, Annalena Bilsini, Il paese del vento, Cosima.