I racconti delle fate è una raccolta di fiabe tradotte da Carlo Collodi per l’editore Paggi di Firenze, e pubblicata nel 1876 (nel 1875 Collodi ricevette da Paggi l’ordine di tradurre le fiabe pubblicate effettivamente l’anno successivo). Contiene l’adattamento italiano delle nove celebri fiabe di Charles Perrault contenute ne I racconti di mamma l’oca, insieme a quattro di Madame d’Aulnoye due di Madame Leprince de Beaumont. Nel 1875 Collodi cominciò a tradurre dal francese le fiabe di Charles Perrault, il maestro di fiabe indimenticabili quali: Cappuccetto Rosso, La Bella addormentata nel bosco, Cenerentola, Barba-blu, Il Gatto con gli stivali, tanto per citarne qualcuna. A queste fiabe Collodi ne aggiunse altre delle maggiori favoleggiatrici francesi del XVII-XVIII secolo: Madame d’Aulnoy e Madame Le Prince de Beaumont. Egli però non si limitò a tradurre: colorì e vivificò il linguaggio un po’ ingessato degli originali, aggiungendo elementi di arguzia toscana e di spontaneità popolaresca. Fu il primo lavoro di Lorenzini per i ragazzi, ai quali dedicherà negli anni seguenti la maggior parte delle sue opere. Si trattò di traduzioni commissionate dall'editore Felice Paggi che, con la sua collana "Biblioteca Scolastica", intendeva fornire un adeguato ventaglio di titoli in buona lingua toscana per le scuole della neonata Italia unita.
Carlo Collodi nasce a Firenze nel 1826 con il nome di Carlo Lorenzini: Collodi non è altro che il nome del paese di cui era originaria la madre (all’epoca il paese Collodi era in provincia di Lucca, a partire dal 1927 è in provincia di Pistoia). Abbracciando le idee mazziniane, partecipa alle rivolte risorgimentali del 1848-49. Appena venticinquenne esordì come giornalista descrivendo una realtà toscana spiritosa e bizzarra, fatta di intrighi e storielle da caffè per mezzo di fulminanti invenzioni linguistiche. Stimolato da questa esperienza esercita la sua capacità di dar vita, per mezzo della sua poetica, alle novità della vita contemporanea. Ne sono testimonianze i suoi romanzi Un romanzo in vapore, Da Firenze a Livorno (1856) in cui l’autore fu tra i primi a evidenziare la novità tecnologica apportata della ferrovia. Egli trova la sua vera strada quando, già avanti con l’età, si dedica alla letteratura per l’infanzia. Come funzionario al servizio dello stato unitario appena formato, inizia con la traduzione dei racconti delle fate di Perrault, per poi lavorare a vari libri pedagogici per la scuola. Dopo Giannettino (1875) e Minuzzolo (1877) scrive il suo capolavoro Le avventure di Pinocchio, che apparvero per la prima volta sul Giornale dei bambini nel 1881, con il titolo La storia di un burattino facendole terminare con il quindicesimo capitolo. Dopo pochi mesi Collodi riprese la narrazione del libro con il nuovo titolo per portarlo a termine nel 1883. Muore nel 1890 (Aonia edizioni).