Il titolo dato all’evento, “Nella moltitudine delle cose”, è tratto, come è noto, dalla conclusione del Decameron (“Conviene nella moltitudine delle cose diverse qualità di cose trovarsi”) ed ha voluto sottolineare anche la straordinaria e poliedrica architettura di temi, colori e suggestioni che ha costruito Boccaccio nella sua lunga e appassionata attività di narratore in prosa e in versi, un’attività che ha contribuito a tramandare un’immagine dinamica, realistica e multiforme di una società in trasformazione come quella europea del Trecento. Copenaghen capitale europea dunque, città che già nella sua storia e nel suo stesso nome porta con sé l’idea del commercio, dello scambio e del contatto con il diverso ed il molteplice, ha ospitato per un giorno uno scrittore che, per contenuto e fortuna della sua opera, può senz’altro essere definito come uno fra i più europei della storia letteraria italiana e che proprio nella sua opera in cui convivono retaggi feudali e frenesia mercantile, ha raccontato e descritto uno dei passaggi epocali della storia del nostro continente e cioè quello che ci ha condotto dal Medioevo all’Età Moderna.
La molteplicità richiamata nel titolo della giornata di studi ha avuto fortunatamente un felice riscontro anche nella molteplicità dei temi affrontati dagli intervenuti: è stato infatti possibile organizzare una serie di sessioni che hanno presentato indagini su temi specifici della scrittura boccacciana come approfondimenti tematici (“Boccaccio e il desiderio”, “Boccaccio tra presente e passato”, “Spazi e oggetti nel Decameron”), studi sulla lingua, sulle fonti classiche e medievali e sulla tradizione editoriale e manoscritta o anche importanti ricerche sulle ricezioni boccacciane nelle arti e nella tradizione letteraria italiana ed europea. È importante sottolineare anche che ben un quarto dei relatori intervenuti provengono da atenei o istituzioni culturali scandinave, a testimonianza del fatto che, persino in un argomento così complesso e apparentemente distante per un contesto nordeuropeo come la filologia e la critica boccacciana, l’italianistica scandinava gode di ottima salute.
Questa breve introduzione al volume che raccoglie gli Atti del Convegno rappresenta l’occasione migliore per ringraziare i docenti e collaboratori della sezione di italianistica dell’Università di Copenaghen che ha ospitato l’evento sposando sin da subito l’entusiasmo per la sua organizzazione, ma anche per esprimere sincera riconoscenza a tutti i relatori intervenuti che, a proprie spese e anche da oltreoceano, hanno raggiunto Copenaghen per partecipare al Convegno.
Un ringraziamento particolarmente sentito, infine, va senz’altro esteso a Danilo Capasso dell’Università di Banja Luka che si è occupato della curatela di questo volume. Senza la sua disponibilità e il suo contributo questi Atti del convegno danese su Boccaccio non avrebbero visto la luce.
Fabio Ruggirello, Erling Strudsholm
Prefazione
Danilo Capasso
Di alcuni oggetti nel Decameron
Epifanio Ajello
Boccaccio Reinvented: Francesco Argelati’s eighteenth-century Decamerone
Martin Marafioti
Il Decameron fra presente e passato
Cinzia Gallo
Non vogando ma volando: spazio e viaggio nel Decameron
Paolo Rigo
La cornice epicurea del Decameron
Thiago Villela Basile
La virtù impura. La novella di Natan e Mitridanes e la X giornata del Decameron
Francesco Paolo Botti
Boccaccio and Early Italian Humanism
Marianne Pade
La struttura e la tradizione manoscritta del De montibus di Giovanni Boccaccio
Valentina Rovere
Boccaccio, the Decameron and the Hamilton 90 Codex
Teresa Nocita
Alcune osservazioni sulla lingua del Decameron
Benedetta Fordred
Nel «campo [...] sí ben coltivato» dei proverbi e dei modi proverbiali del Decameron. Contrassegni linguistici della multiformità del reale
Paolo Rondinelli
Miti boccacciani in funzione decorativa e politica: le Genealogie deorum nella Firenze di Cosimo I de’ Medici
Nicoletta Lepri
Galeotto in the Garden: Text and Temptation in Boccaccio’s Decameron
Mary Watt
L’eloquenza pedagogica e androgogica del volgare: il Trattatello in laude di Dante
Danilo Capasso